Sciopero nazionale degli operatori dell’igiene ambientale delle aziende pubbliche e private. Circa 100mila lavoratori del comparto si sono riuniti oggi in un presidio a Milano per richiedere il rinnovo del contratto nazionale, scaduto il 31 dicembre 2013.
Tra gli atri motivi dello sciopero evitare la frantumazione del ciclo dei rifiuti e mantenere il contratto unico di settore, tutelare i salari e i diritti sindacali, migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro, fornire ai cittadini un ambiente sostenibile a tariffe possibili.
Per i sindacati di categoria Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel è “fondamentale che il nuovo contratto non preveda l’applicazione del Jobs Act. L’igiene ambientale è un comparto soggetto a continui cambi d’appalto e esternalizzazioni. Stando alle nuove norme in materia di lavoro, ad ogni passaggio di gestione i lavoratori verrebbero riassunti con un nuovo trattamento, azzerando i diritti acquisiti magari in 20, 30 anni di lavoro, e con il rischio di essere licenziati.”
Inoltre, i sindacati dichiarano l’intenzione di firmare solo un contratto che contenga l’obbligo di reintegra previsto dalla legge 92/2012, l’assunzione senza soluzione di continuità dei lavoratori sottoposti al passaggio di gestione tra aziende, la garanzia occupazionale in caso di reinternalizzazione dei servizi in appalto.
Le trattative di rinnovo sono state interrotte perché le associazioni datoriali, Fise/Assoambiente e Utilitalia “propongono norme contrattuali fortemente peggiorative sul piano dei diritti e delle tutele. L’arroganza delle associazioni datoriali – continuano i sindacati – non si è manifestata solo coi sindacati, ma anche con l’Anci, garante nella trattativa: non è stato accolto nessun invito dei comuni al confronto.”