Uno studio del Csc denuncia che i prestiti alle imprese si sono ridotti costantemente per cinque anni consecutivi. Ma proprio la riduzione del credito costituisce uno dei freni maggiori alla crescita.
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L’economia italiana, sia pure lentamente, risale; il credito delle banche nei confronti delle imprese e’ invece in costante diminuzione. Ma in queste condizioni, inutile sperare in una crescita solida dell’economia, anzi: proprio questo novello credit crunch costituisce uno dei piu’ poderosi freni alla ripresa. L’allarme arriva dal Centro Studi di Confindustria, che si chiede; ‘’quanto potra’ durare questa ripresa senza credito”? La risposta e’ in uno studio firmato dai ricercatori Ciro Rapacciuolo e Massimo Rodà. Nel documento, si spiega che il lento recupero dell’economia italiana sta avvenendo nonostante continui la riduzione dei prestiti alle imprese. Ma è proprio questa diminuzione uno dei freni dell’economia, che aiuta a spiegare il divario di crescita con Francia e Germania.
In Italia i prestiti alle imprese si sono ridotti per cinque anni consecutivi, a un ritmo medio del 3,2% all’anno nel periodo 2012-2016 (-15,3% cumulato; Grafico A). E la caduta, a inizio 2017, è proseguita. Nel 2016 sono diminuiti anche i prestiti alle imprese erogati dai primi 4 gruppi bancari italiani: -0,8% (elaborazioni CSC sui bilanci dei singoli istituti), rispetto al -2,2% dell’intero sistema bancario. È cruciale, dunque, favorire rapidamente la ripartenza del credito alle imprese italiane. Per far ciò, si legge nel testo del documento, bisogna anzitutto trovare soluzioni, nazionali o europee, per alleviare il peso delle sofferenze nei bilanci bancari, che tiene alta l’avversione degli istituti al rischio di credito. La riunione dei ministri finanziari UE del 7-8 aprile a Malta è il luogo ideale per delineare una strategia efficace.