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A giugno l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato dello 0,1% rispetto a maggio e dello 0,6% nei confronti di giugno 2019. Lo rileva l'Istat. La retribuzione oraria media nei primi sei mesi dell'anno è cresciuta dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Nel dettaglio, l'aumento tendenziale registrato a giugno è stato dello 0,8% per i dipendenti dell'industria, dello 0,6% per quelli dei servizi privati e dello 0,3% per quelli della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli del credito e delle assicurazioni e degli alimentari (+ 2,3%) e dell'energia elettrica e gas (+ 1,5%).
L'incremento è invece nullo per i settori del legno, carta e stampa, del commercio, delle farmacie private, delle telecomunicazioni e degli altri servizi privati.
Inoltre, secondo l'Istat la quota di dipendenti in attesa di rinnovo da inizio anno si mantiene stabilmente oltre l'80%, attestandosi sui valori più elevati della serie.
In particolare, i contratti che a fine giugno sono in attesa di rinnovo ammmontano a 52 e sono relativi a circa 10,2 milioni di dipendenti - l'82,4% del totale - cui corrisponde un monte retributivo pari all'81,6%. Entrambe le quote sono più elevate di quelle osservate sia alla fine del trimestre precedente (a marzo pari rispettivamente a 80,4% e 79,9%) sia dodici mesi prima (a giugno 2019 pari a 42% e 44,2%).
Alla fine di giugno i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica (21 contratti) riguardano il 17,6% dei dipendenti - circa 2,2 milioni - e un monte retributivo pari al 18,4% del totale. Nel periodo aprile-giugno nessun nuovo accordo è stato recepito, mentre ne è scaduto uno (tessili, vestiario e maglierie).
E.G.