Oggi e domani si terrà a Palermo lo sciopero dei lavoratori di Almaviva Contact spa dei siti di via Cordova e di via Marcellini. Nella dichiarazione dello sciopero, diviso per fasce orarie, dalle 10 alle 23, i sindacati di categoria Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl chiedono la revoca dei licenziamenti, la ripresa del confronto tra azienda, parti sociali, istituzioni nazionali e locali e un piano industriale di prospettiva. Al centro della manifestazione ci sono gli esuberi e il peggioramento delle condizioni economiche e contrattuali dei lavoratori.
Inoltre, il segretario generale Cgil Palermo, Enzo Campo, lancia la proposta di un’iniziativa unitaria nazionale delle tre organizzazioni di categoria e confederali Cgil, Cisl e Uil con tutte le sedi italiane del gruppo Almaviva, per portare in campo “una vertenza che riguarda l’intero Paese. L’esito della votazione, con la bocciatura di massa della proposta dell’azienda, e il grande malcontento serpeggiato sabato al corteo unitario – dichiara il segretario – rendono necessaria un’iniziativa che coinvolga tutte le sedi del gruppo, non solo le tre città di Palermo, Roma e Napoli colpite dagli esuberi, ma anche i siti dove non c’è una ricaduta immediata della crisi.”
“L’azienda – continua il segretario – non può scaricare i costi sui lavoratori abbassando i salari e oltrepassando i limiti della dignità. La vertenza che dobbiamo costruire deve riguardare i temi del lavoro, per difendere un lavoro che diventa strumento di emancipazione. Noi siamo con i lavoratori Almaviva per continuare la loro battaglia e quella del movimento sindacale.”
Il segretario Slc-Cgil Palermo, Maurizio Rosso, sottolinea la centralità di questa vertenza che verrà condotta “in modo ancora più forte dopo che la proposta dell’azienda è stata ampiamente rigettata e alla luce di una prospettiva totalmente incerta sul futuro dei lavoratori e sul loro radicamento a Palermo. Una prospettiva – aggiunge Rosso – aggravata dalla dismissione della sede di via Marcellini, dove lavoravano 2.400 persone. La vertenza su un settore che rappresenta il segmento industriale del futuro, con tantissime possibilità di occupazione e sviluppo, – conclude Rosso – riguarda non solo tre grandi città, ma tutto il Paese.”

























