Oltre il 90% di partecipazione alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del credito, la quasi totalità delle filiali chiuse. È stata quindi altissima e determinata, secondo Uilca, l’adesione dei lavoratori bancari allo sciopero indetto contro l’Abi, per la sua decisione di recidere unilateralmente il contratto nazionale del settore con oltre otto mesi di anticipo sulla scadenza. “Dopo questa risposta di unità e fermezza, l’Abi ora riveda le posizioni prevaricatorie e irresponsabili che l’hanno portata a disdettare il contratto nazionale e impedire l’apertura di un serio confronto per il mantenimento del Fondo di Solidarietà di settore” è quanto ha affermato Massimo Masi, segretario generale Uilca. “Noi chiediamo con forza la conferma di questo ammortizzatore sociale, ha continuato, fondamentale per la categoria. Siamo pronti a una discussione approfondita sul futuro del sistema bancario, fondata su logiche di equità, che in primo luogo vedano il contenimento delle retribuzioni esorbitanti del top management e il rifiuto della mera logica del taglio del costo del lavoro quale soluzione a ogni problema, che l’Abi e le banche perseguono per nascondere la loro incapacità di fare fronte alla crisi con concreti progetto di sviluppo del settore”. Il vicepresidente dell’Abi, Francesco Micheli, ha invece assicurato: “Noi siamo sicuramente disponibili al confronto, cosa che abbiamo auspicato e ribadito nel momento stesso in cui abbiamo dato la disdetta del contratto: sulla trattativa non abbiamo nessuna chiusura preconcetta e questo i sindacati lo sanno”.
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