Dopo giornate di vertici ad alta tensione, ieri sera i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno sfondato l’argine sul deficit che il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, aveva tentato di difendere. Il rapporto deficit-Pil è stato fissato al 2,4% per gli anni 2019, 2020 e 2021 e non, come avrebbe voluto Tria, all’1,6%. Significa che per le coperture si ricaveranno circa 15 miliardi in più.
La soglia di deficit-Pil del 2,4% per il 2019 su cui il governo ha raggiunto l’intesa nel 2019, secondo quanto si apprende, sarà scritta nero su bianco nella tabella del quadro macroeconomico della Nota di aggiornamento al Def. Viene esclusa quindi l’ipotesi secondo cui il deficit possa salire fino al 2,4% in Parlamento inserendo nella Nadef una cifra più bassa.
“Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento”, esultano Salvini e Di Maio, una manovra che i grillini in festa sotto palazzo chigi acclamano come la “manovra del popolo”.
Festa doppia per Di Maio, che incassa 10 miliardi a reddito e pensione di cittadinanza, un provvedimento che riguarderà 6,5 milioni di persone sotto la soglia di povertà. Per le pensioni di cittadinanza la soglia è fissata di 780 euro.
Salvini evidenzia invece il bottino leghista: “Tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400.000 persone, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell’Iva”.
Entrambi brindano al “superamento della legge Fornero”, con la possibilità di andare in pensione anticipatamente attraverso il meccanismo di quota 100, che riguarderà almeno 400 mila persone, facendo altrettanto spazio ai giovani in cerca di lavoro.
In sintesi ecco i punti principali:
– cancellazione degli aumenti dell’Iva previsti per il 2019; l’introduzione del reddito di cittadinanza, con la contestuale riforma e il potenziamento dei Centri per l’impiego;
– l’introduzione della pensione di cittadinanza;
– l’introduzione di modalità di pensionamento anticipato per favorire l’assunzione di lavoratori giovani (superamento della legge Fornero);
– la prima fase dell’introduzione della flat tax tramite l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato di imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani;
– il taglio dell’imposta sugli utili d’impresa (Ires) per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi;
– il rilancio degli investimenti pubblici attraverso l’incremento delle risorse finanziarie, il rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni centrali e locali nella fase di progettazione e valutazione dei progetti, nonché una maggiore efficienza dei processi decisionali a tutti i livelli della pubblica amministrazione, delle modifiche al Codice degli appalti e la standardizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato;
– un programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti italiana a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova, per il quale, in considerazione delle caratteristiche di eccezionalità e urgenza degli interventi programmati, si intende chiedere alla Commissione europea il riconoscimento della flessibilità di bilancio;
– politiche di rilancio dei settori chiave dell’economia, in primis il manifatturiero avanzato, le infrastrutture e le costruzioni; lo stanziamento di risorse per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie.
I mercati i titoli di stato italiani hanno subito una forte pressione in avvio di giornata soprattutto sulle scadenze più brevi, biennali e triennali. Buon risultato invece all’asta di Btp con rendimenti tornati sotto il 3% e soprattutto una domanda sostenuta, ai massimi dal maggio scorso.
A fine ottobre sono attesi i giudizi di Standard & Poor`s e Moody`s sulla revisione del rating e il rischio di un taglio del merito di credito è elevato, soprattutto da parte di Moody’s. Un eventuale declassamento del rating dell’Italia magari accompagnato da un outlook negativo avvicinerebbe il rating in area no investment grade. Il giudizio di Moody’s sull’Italia oggi è Baa2, appena due gradini sopra la classificazione “junk”.