Controlli sui prodotti esportati e importati dalla Birmania. A chiederlo sono la Cisl e la Filca in una lettera indirizzata al ministero degli Esteri nella quale chiedono un incontro con il direttore gnerale del dicastero, Magliano. La Cisl sottolinea che alcune imprese italiane del settore del legno continuano ad importare teak dalla Birmania, in violazione di quanto deciso ormai da alcuni anni in sede di Consiglio Europeo. Il Regolamento europeo infatti, proroga ed intensifica le misure restrittive nei confronti della Birmania e inoltre nel 2000 l’Ilo ha approvato una Risoluzione, ancora oggi in vigore, che invita governi, istituzioni internazionali, banche multilaterali e imprenditori, a rivedere le proprie relazioni con la Birmania e a prendere le misure appropriate perché tali relazioni “non possano essere utilizzate dal governo birmano per perpetuare il lavoro forzato”.
Cisl e Filca sottolineano nel testo come “le Linee guida Ocse sulle multinazionali, vincolanti per il governo italiano, prevedono esplicitamente che le imprese debbano rispettare anche nei paesi terzi i contenuti di tali linee, tra cui le convenzioni fondamentali Ilo sulla libertà di organizzazione sindacale, di contrattazione, sul divieto di lavoro minorile, di lavoro forzato e di discriminazione sul lavoro”.
Le recenti elezioni in Birmania, sottolinea la Cisl, sono state dichiarate dalla Ue non compatibili con gli standard internazionali; si calcola che vi siano oltre 2200 prigionieri politici e prosegue senza sosta la dura repressione dell’opposizione democratica attraverso il lavoro forzato, stupri, uccisioni, la confisca delle terre e la distruzione delle foreste e dell’ambiente. (FRN)

























