29ª Seduta
Presidenza della Vice Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Dell’Aringa.
La seduta inizia alle ore 9.
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni
Il sottosegretario DELL’ARINGA risponde all’interrogazione n. 3-00391, prima firmataria la senatrice Gatti. Precisa che il calzaturificio Lorbac, con sede legale ed unità produttiva a Castelfranco di Sotto, che fino allo scorso 18 settembre aveva un organico pari a 63 unità, ha subito un notevole deterioramento delle proprie condizioni economico-finanziarie, dovuto da un lato ad un progressivo calo degli ordinativi da parte dei clienti e, dall’altro, al crescente aumento degli insoluti. E’ stata pertanto autorizzata la concessione del trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per evento improvviso ed imprevedibile esterno alla gestione aziendale in favore di 70 lavoratori dipendenti della società.
Successivamente, a febbraio scorso, la società e le rappresentanze sindacali dei lavoratori hanno stipulato un contratto di solidarietà di tipo “difensivo”, che ha previsto la riduzione dell’orario di lavoro pari al 50 per cento e su queste basi la società ha presentato istanza per l’ammissione alla CIGS in favore di tutti i lavoratori, per 12 mesi. Tale procedimento è tuttavia al momento sospeso in attesa di chiarimenti da parte della società, in quanto l’istanza presentata non è risultata conforme a quanto dedotto nel contratto di solidarietà. L’accordo, infatti, ha previsto il ricorso al trattamento di CIGS per 26 lavoratori, mentre l’istanza è stata presentata in favore di 46 unità.
Ricorda inoltre che a settembre scorso, a seguito di una ulteriore perdita del 50 per cento della propria produzione, la società ha presentato domanda di ammissione alla procedura del concordato preventivo. Il Commissario Giudiziale nominato dal Tribunale di Pisa ha quindi inviato una comunicazione di licenziamento collettivo per cessazione di attività nei confronti di tutti i lavoratori in forza presso l’azienda, con l’eccezione due unità, destinate alla gestione del piano di liquidazione e delle attività residuali dell’azienda.
Da ultimo, nel rilevare che, ad oggi non è stato richiesto dalle Parti Sociali alcun incontro per l’esame della situazione occupazionale, il Sottosegretario assicura la massima attenzione del Governo e garantisce la più ampia disponibilità ad aprire un tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti, al fine di valutare ogni possibile soluzione diretta a tutelare la posizione dei lavoratori e delle loro famiglie.
La senatrice GATTI (PD) si dichiara soddisfatta della risposta, di cui apprezza la tempestività e i contenuti. Le vicende del calzaturificio sono state al centro di una grande mobilitazione territoriale, trattandosi di un marchio storico, che riceve numerose commesse anche da importanti aziende della filiera. E’ dunque particolarmente importante tenere attivo il marchio e garantire ai lavoratori il contatto con l’impresa, attraverso l’attivazione della Cassa integrazione guadagni straordinaria per fallimento. Accoglie pertanto con favore la disponibilità a tal fine manifestata dal Rappresentante del Governo.
Il sottosegretario DELL’ARINGA risponde quindi all’interrogazione n. 3-00353, in cui si chiede di quantificare la platea dei soggetti che, a decorrere dal 1° gennaio 2009, hanno usufruito del regime di cumulabilità tra pensioni dirette e redditi derivanti da attività di lavoro dipendente autonomo svolta successivamente al conseguimento della pensione. Nel ricordare la nuova disciplina introdotta dall’articolo 19 del decreto-legge n. 112 del 2008, mette a disposizione una serie di dati, forniti dall’INPS, che offrono un quadro, sia pure ancora incompleto, del numero di soggetti che hanno usufruito di tale possibilità. Avverte che sarà sua cura provvedere successivamente alla trasmissione dei dati nella loro interezza.
La senatrice GATTI (PD), nel dichiararsi parzialmente soddisfatta, sottolinea che la situazione di grave crisi occupazionale si protrae da tempo e presumibilmente non sembra superabile in conseguenza della ripresa economica. Si chiede pertanto se non sia opportuna l’introduzione di un limite al regime di cumulabilità, distribuendo piuttosto il lavoro esistente nelle condizioni date.
La seduta termina alle ore 9,20.
28ª Seduta
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 15.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LVII, n. 1-bis) Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2013 e connessi allegati
(Parere alla 5a Commissione. Esame e rinvio)
La relatrice D’ADDA (PD) rileva che la Nota di aggiornamento prevede una riduzione in termini reali del PIL pari al 1,7 per cento per il 2013, mentre per gli anni successivi viene stimato un ritorno alla crescita del medesimo PIL, con incrementi pari all’1,0 per cento nel 2014, all’1,7 per cento nel 2015, all’1,8 per cento nel 2016 e all’1,9 per cento nel 2017. La nuova stima del valore negativo relativo al 2013, superiore rispetto al documento di economia e finanza 2013, comporterebbe l’assestamento del tasso di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni in rapporto al PIL, sempre per il 2013, attorno al valore del 3,1 per cento, fermo restando l’obiettivo del Governo, in linea con gli impegni europei, di mantenere – mediante l’adozione di interventi tempestivi – il valore del tasso di indebitamento netto al 3,0 nel 2013. Per gli anni successivi, la Nota prevede un valore del tasso di indebitamento netto pari al 2,5 per cento nel 2014, all’1,6 per cento nel 2015, allo 0,8 per cento nel 2016 e allo 0,1 per cento nel 2017.
Riguardo al tasso di disoccupazione, la Nota prevede un valore pari al 12,2 per cento per il 2013 e al 12,4 per cento per il 2014, valori anch’essi superiori rispetto alle corrispondenti stime del DEF 2013; per gli anni successivi, si prevede una progressiva riduzione del tasso di disoccupazione, con un valore pari all’11,4 per cento nel 2017. Per il tasso di occupazione la Nota di aggiornamento prevede un valore pari al 55,9 per cento nel 2013, al 55,8 per cento nel 2014, al 56,3 per cento nel 2015, al 56,8 per cento nel 2016 e al 57,4 per cento nel 2017.
Con specifico riferimento al mercato del lavoro, la Nota, nel paragrafo V.4, ricorda le misure già adottate dal Governo e dal Parlamento, poste in prevalenza nel decreto-legge n. 76 del 2013, convertito nella legge n. 99 del 2013. Un secondo gruppo d’interventi – osserva la Nota – “sarà definito dopo che le istituzioni europee avranno approvato le regole per l’utilizzo dei fondi strutturali relativi al periodo 2014-2020, nonché di quelli per la Youth Guarantee, che è un programma comunitario, il quale prevede che ogni giovane, entro quattro mesi dalla conclusione del suo ciclo di scuola o di università o dalla perdita del posto di lavoro, riceva l’offerta di un lavoro, di un tirocinio, di un modulo di formazione o di un nuovo percorso d’istruzione. Per tale programma esiste uno stanziamento globale comunitario, destinato ai Paesi che, come l’Italia, hanno un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25 per cento. In tale ambito, le risorse in favore dell’Italia sono pari a 1,5 miliardi di euro per il periodo 2014-2015.
La Nota di aggiornamento osserva, inoltre, che la programmata riforma dei centri per l’impiego e una più forte collaborazione di essi con le agenzie private per il lavoro miglioreranno significativamente il funzionamento del mercato del lavoro, riducendo i fenomeni di mismatch tra domanda e offerta. Più in generale, la Nota rileva l’esigenza di completare il disegno di riforma del mercato del lavoro, puntando, da un lato, su semplificazione ed accorpamento delle norme e, dall’altro, sul rafforzamento degli istituti a sostegno del primo accesso al mondo del lavoro e del reinserimento dei lavoratori sospesi – mediante strumenti contrattuali che incoraggino l’accesso al mondo del lavoro di personale giovane e qualificato.
Un altro tema sul quale, secondo la Nota, occorre concentrare l’attenzione e gli interventi nei prossimi mesi, anche mediante la costituzione di un gruppo di riflessione che formuli proposte entro la fine del 2013, è rappresentato dalle esigenze di conciliazione “vita-lavoro”; il problema – osserva la Nota – non riguarda soltanto le donne e concerne anche i temi del telelavoro e del lavoro a tempo parziale.
Un’attenzione particolare va rivolta ai dati sull’incremento della povertà in Italia. In materia, la Nota ricorda la sperimentazione in atto della nuova carta per l’inclusione sociale, sperimentazione che, originariamente prevista per i Comuni italiani con più di 250.000 abitanti, è stata estesa – in base al citato decreto-legge n. 76 del 2013 – a tutti i comuni del Mezzogiorno. L’esperienza viene considerata propedeutica alla definizione di un programma nazionale di contrasto alla povertà assoluta, programma che già esiste in altri Paesi europei. In particolare, osserva sempre la Nota, l’istituzione del “Sostegno per l’inclusione attiva” (SIA) – proposta dal gruppo di lavoro presso il Ministero del lavoro al fine di consentire l’acquisto di un paniere di beni e servizi ritenuto decoroso sulla base degli stili di vita prevalenti, a condizione che il beneficiario s’impegni a perseguire concreti obiettivi di inclusione sociale e lavorativa – rappresenta una misura di contrasto della povertà che può essere considerata l’evoluzione naturale delle sperimentazioni delle “carte acquisti”.
La spesa pensionistica è specificamente esaminata in un riquadro della Nota di aggiornamento. Il testo osserva che le misure adottate nel corso degli ultimi due decenni compensano in larga parte l’andamento negativo (cosiddetta “gobba pensionistica”) che si prospettava per i prossimi decenni, dovuto all’incremento della speranza di vita ed al passaggio alla fase di quiescenza delle generazioni del baby boom. In particolare, secondo il documento, il rapporto fra spesa pensionistica e PIL – attualmente di poco superiore al 16 per cento – tenderà a ridursi fino al 2030; la tendenza sarà più accentuata a partire dal 2015, in virtù di una dinamica di crescita più favorevole rispetto a quella attuale, del rafforzamento del processo di elevamento dei requisiti per la pensione e del progressivo passaggio al metodo di calcolo contributivo. Il valore percentuale dovrebbe attestarsi al 14,9 per cento intorno al 2030. Successivamente, la misura del rapporto percentuale tornerebbe a crescere, a causa dell’ampliamento delle tendenze negative delle dinamiche demografiche ed in ragione degli effetti derivanti dal precedente posticipo del collocamento in quiescenza sull’importo delle pensioni. Il rapporto dovrebbe raggiungere un valore massimo di circa il 15,6 per cento, intorno al 2045, per poi decrescere nel successivo periodo (l’orizzonte delle previsioni in oggetto arriva fino al 2060).
Conclusivamente la relatrice ricorda che, come evidenziato anche in sede internazionale, l’Italia presenta una variazione della spesa in rapporto al PIL in netta controtendenza rispetto a quella prevista per la maggior parte dei paesi europei, nonostante la dinamica demografica meno favorevole. In tale ambito, a fronte di un valore della spesa pensionistica in rapporto al PIL che cresce in media, per l’insieme dei paese dell’UE, di 1,6 punti percentuali nel periodo 2010-2060, nel caso dell’Italia il rapporto scende di 0,9 punti percentuali, segnalando, sotto questo aspetto, un rischio assai contenuto in termini di impatto dell’invecchiamento demografico sulla sostenibilità delle finanze pubbliche. Si ripromette inoltre un approfondimento in ordine alle cifre riguardanti la spesa pensionistica, non risultando chiaro se esse siano da intendersi al netto delle pensioni, ovvero siano comprensive dei vari interventi di welfare.
Il presidente SACCONI dà atto alla relatrice di un’illustrazione assai ricca, che si è soffermata su temi significativi, a partire da quello della spesa previdenziale, che richiedono una interlocuzione con il Governo. Si tratta di problematiche a carattere sociale che meritano soluzioni organiche, al di là della rincorsa riguardante il pur grave problema degli esodati. In questo quadro, appare di grande importanza il contenuto della circolare INPS n. 35 del marzo 2012, che non pare coerente con la norma di legge, e sulla quale conferma la necessità di un chiarimento del Governo.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE avverte che, tenuto conto del previsto andamento dei lavori dell’Assemblea di domani, la seduta della Commissione convocata per domani, alle ore 14,30, non avrà luogo. Resta invece ferma la seduta di giovedì 3 ottobre, alle ore 9.
La seduta termina alle ore 15,30.