218ª Seduta
Presidenza del Vice Presidente
MORRA
Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati.
La seduta inizia alle ore 16.
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni
Il sottosegretario Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI risponde all’interrogazione 3-01556, primo firmatario il senatore Astore, riguardante la sospensione del pagamento di tributi fiscali e di contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi nel caso di eventi eccezionali che non permettano la prosecuzione dell’attività imprenditoriale, con riferimento specifico agli eventi sismici che hanno colpito alcune zone del Molise e alcuni comuni della provincia di Foggia fra il 31 ottobre ed il 2 novembre 2002.
La sospensione contributiva rappresenta una misura in virtù della quale i soggetti destinatari possono fruire delle procedure agevolate di versamento contributivo. In particolare, per le calamità di Campobasso e Foggia, l’articolo 6, commi 4-bis e 4-ter, del decreto-legge n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009, non prevede la dimostrazione del danno subito a causa dell’evento tellurico: la presentazione della domanda di sospensione non persegue quindi uno scopo autorizzatorio, bensì ha l’obiettivo di individuare la platea dei richiedenti.
Sotto il profilo soggettivo, le disposizioni hanno come destinatari i soggetti residenti o domiciliati nei territori maggiormente colpiti dagli eventi sismicidel 31 ottobre 2002; peraltro il beneficio in questione è stato esteso anche ai dipendenti pubblici le cui amministrazioni hanno sospeso le quote a carico dei lavoratori a seguito dell’evento calamitoso.
Per quanto concerne i requisiti oggettivi necessari per fruire dell’agevolazione in questione, la cospicua mole di disposizioni succedutesi in materia distingue, sotto il profilo operativo, l’ambito fiscale da quello contributivo. In particolare, ai fini dell’individuazione dei soggetti destinatari della sospensione dei versamenti fiscali dovuti e delle procedure agevolate di recupero può risultare idoneo il solo requisito della residenza; per quanto riguarda, invece, l’ambito contributivo, occorre che, al verificarsi dell’evento calamitoso, le imprese avessero la propria sede nei territori in questione e che fosse quindi già iniziata l’attività per la quale venga fatta richiesta di sospensione contributiva. L’INPS con la circolare n. 106 del 2008 esclude dall’ambito di applicazione i soggetti che abbiano iniziato un’attività in un periodo successivo a quello in cui si sono verificati gli eventi sismici, in quanto la ratio delle norme che introducono misure eccezionali di sospensione degli oneri tributari e contributivi risiede nella necessità di ristorare, almeno in parte, i soggetti privati e le imprese che abbiano subito effetti negativi a causa degli eventi calamitosi. Le richieste di restituzione dei contributi sospesi effettuate dall’INPS sono state rivolte a soggetti che avevano iniziato l’attività anche diversi anni dopo gli eventi considerati. Il recupero coattivo si riferisce ai soli contributi indebitamente sospesi in relazione ai soggetti che sono stati esclusi dai benefici in questione. Tuttavia, in alcuni casi, ad avviso dell’INPS, l’iscrizione a ruolo può essere stata determinata a seguito di un’errata presentazione del modello di denuncia contributiva senza l’indicazione dei dati necessari per poter usufruire della relativa sospensione contributiva. In questi casi, l’INPS ha reso noto di aver sospeso la riscossione coattiva.
Per espressa disposizione dell’articolo 3 del decreto-legge n. 162 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 201 del 2008, e in deroga ai principi generali, il mancato rispetto dei termini di versamento rateale non comporta comunque decadenza dal beneficio, bensì configura un’omissione contributiva relativa alle singole rate, che sarà soggetta al regime sanzionatorio ordinario e conseguente iscrizione a ruolo.
Il senatore ASTORE (Misto-ParDem) sottolinea che molte aziende sono state create proprio nel quadro di una rinascita dell’area colpita dagli eventi calamitosi del 2002 e che dunque risulta incongruo escluderle dai benefici fiscali di cui all’atto di sindacato ispettivo a sua firma. Allo stesso modo, ritiene non logica l’esclusione dai benefici di quei lavoratori che, pur operando in aziende situate al di fuori dell’area medesima, risiedano tuttavia all’interno di essa. Nel sollecitare un intervento del Governo sull’INPS, finalizzato a garantire parità di trattamento tra soggetti colpiti da eventi sismici, in qualunque parte del territorio si siano verificati, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del Governo.
Il sottosegretario Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI risponde all’interrogazione 3-01701, nella quale il senatore Stradiotto chiede chiarimenti in ordine alla disciplina applicata al Documento unico di regolarità contributiva (DURC).
La materia è stata oggetto di diverse pronunce da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. In particolare, con una nota del 22 dicembre 2005, il Ministero ha affermato l’obbligo per tutte le imprese che eseguono lavori in edilizia di certificare la regolarità contributiva. In tale contesto, il Ministero ha precisato come il richiamo alle imprese esecutrici operato dal decreto legislativo n. 494 del 1996 vada riferito solo alle imprese con lavoratori subordinati. Peraltro, lo stesso Ministero, con precedente parere del 5 dicembre 2005, in risposta ad un quesito formulato dall’INPS in ordine all’ammissibilità del rilascio del DURC ai lavoratori autonomi partecipanti ad appalti di lavori pubblici, aveva osservato che per tali soggetti il suddetto decreto legislativo ha previsto unicamente l’obbligo di dimostrare l’idoneità tecnico-professionale in relazione ai lavori da affidare.
Prendendo atto dei citati indirizzi ministeriali e tenuto altresì conto della particolare disciplina contenuta nella legge n. 443 del 1985 (legge quadro per l’artigianato), l’INPS, con circolare del 27 gennaio 2006, ha precisato che la presentazione del DURC non è più necessaria in occasione della denuncia di nuova attività, ovvero per ottenere la concessione edilizia, nei casi in cui i lavori siano svolti da un’impresa artigiana priva di dipendenti.
Tale orientamento è successivamente mutato a seguito dell’emanazione del decreto ministeriale 24 ottobre 2007, che, nel disciplinare in maniera uniforme le modalità di rilascio e i contenuti della certificazione di regolarità contributiva – ha previsto, all’ art. 1, che il possesso del DURC va richiesto ai datori dilavoro ed ai lavoratori autonomi nell’ambito delle procedure di appalto di opere, servizi e forniture pubbliche e nei lavori privati nell’edilizia. In questa prospettiva, il Ministero del lavoro, superando il precedente orientamento, con la circolare n. 5 del 2008 ha chiarito che l’articolo 3, comma 8, del decreto legislativo n. 494 fa riferimento non soltanto alle imprese esecutrici, ma anche ailavoratori autonomi. Ad avviso del Ministero pertanto, l’esclusione dei lavoratori autonomi dagli obblighi di certificazione della regolarità contributiva non appare conforme alla ratio delle disposizioni introdotte dal decreto legislativo. Tale posizione è stata successivamente ribadita dall’INPS con la circolare n. 83 del 2010.
Va peraltro osservato che – ai sensi dell’articolo 90, comma 9, del decreto legislativo n. 81 del 2008 (come da ultimo modificato dal decreto legislativo n. 106 del 2009) – il committente è tenuto a verificare l’idoneità tecnico-professionale anche nel caso di affidamento dei lavori ad un lavoratore autonomo. In conclusione, il mutato orientamento normativo ed interpretativo trova la sua giustificazione nella parcellizzazione e destrutturazione dei processi produttivi che – in alcuni ambiti settoriali – ha causato l’incremento esponenziale del numero delle posizioni lavorative autonome rispetto a quello dei lavoratori dipendenti. Pertanto non appare più in linea con le finalità del DURCescludere dagli obblighi di certificazione della regolarità contributiva i lavoratori autonomi, ad oggi più numerosi di quelli dipendenti.
Il senatore STRADIOTTO (PD) , ringraziato il Sottosegretario per la puntuale risposta, invita tuttavia il Governo a valutare se l’interpretazione della normativa non finisca con l’addossare oneri insostenibili a piccole imprese che svolgono attività economica di importo ridotto a favore della Pubblica amministrazione. Si dichiara conclusivamente parzialmente soddisfatto.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
Con riferimento ai disegni di legge nn. 2206 e connessi, recanti norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili, la senatrice GHEDINI (PD), atteso che il relatore designato Pichetto Fratin, ha cessato di appartenere alla Commissione, auspica che il cambio di relatore non determini una dilatazione temporale dell’esame dei provvedimenti.
Il presidente MORRA, nell’assicurare che rappresenterà tali preoccupazioni al presidente Giuliano, fa presente che il cambio di relatore appare semmai finalizzato a garantire la massima celerità di esame dei provvedimenti.
Il senatore CASTRO (PdL) sollecita la convocazione di un Ufficio di Presidenza allargato ai rappresentanti dei Gruppi nel quale possa effettuarsi uno screening delle iniziative legislative sulle quali è maturata una condivisione tra maggioranza e opposizione e per le quali è dunque possibile prospettare una rapida conclusione dell’iter in Commissione.
Concorda il senatore ROILO (PD), il quale sottolinea l’importanza di fissare in quella sede un preciso ordine delle priorità di esame dei disegni di legge all’ordine del giorno della Commissione.
La senatrice GHEDINI (PD), nel segnalare che nella giornata di ieri il presidente dell’ANPVI ha sollecitato in forma dimostrativa evidente la conclusione dell’iter del disegno di legge n. 1234, da tempo all’ordine del giorno della Commissione e in attesa del parere della Commissione bilancio, segnala che, come già evidenziato in altre occasioni, occorre che il Governo rifletta sulle modalità di destinazione di questi contributi, nell’ottica di un’attribuzione con criteri di massima trasparenza. Ritiene pertanto imprescindibile che il rappresentante del Governo chiarisca dinanzi alla Commissione se ritenga che le risorse fissate dal disegno di legge per le finalità dell’Associazione siano rinvenibili all’interno di quelle già destinate in via generale al finanziamento dell’Associazione medesima, ovvero si debba far riferimento a stanziamenti nuovi e, in tal caso, con quali criteri essi debbano essere ripartiti.
Il presidente MORRA assicura che trasmetterà tali richieste al presidente Giuliano per ogni opportuna valutazione.
La seduta termina alle ore 16,35.
217ª Seduta
Presidenza del Vice Presidente
MORRA
Intervengono, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento, in rappresentanza della CGIL, il dottor Massimo Cestaro, segretario nazionale SLC-CGIL; in rappresentanza della CISL, il dottor Vito Antonio Vitale, segretario generale FISTEL-CISL, accompagnato dal dottor Marcello Balzola, operatore CISL e dal dottor Eros Pizzi, operatore CISL; in rappresentanza della UIL, il dottor Riccardo Catini, segretario nazionale UIL-COM, accompagnato dal dottor Fernando Mariani, funzionario; in rappresentanza della UGL, il dottor Nazzareno Mollicone, segretario confederale, accompagnato dalla dottoressa Sabina Andreuzzi, dirigente confederale, e dalla dottoressa Claudia Tarantino, dirigente confederale.
La seduta inizia alle ore 15,30.
SULLA PUBBLICITA’ DEI LAVORI
Il presidente MORRA comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, sono state chieste l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione radiofonica e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
Poiché non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.
Il PRESIDENTE avverte altresì che la pubblicità della seduta sarà inoltre assicurata attraverso la resocontazione stenografica, che sarà resa disponibile in tempi rapidi.
La Commissione prende atto.
PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell’indagine conoscitiva sul trattamento normativo ed economico nel settore dell’editoria: audizione di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL.
Riprende l’indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 5 aprile scorso.
Il dottor CESTARO, assunti dal presidente MORRA chiarimenti in ordine all’oggetto dell’indagine, espone il punto di vista della sua Organizzazione sul tema. Nel caso in questione a suo giudizio occorrerebbe parlare di lavoro saltuario, più che precario. Nel settore dell’editoria periodica si riscontrano rapporti di lavoro da contratto a progetto, partita IVA e cessione di diritti di autore e solo i primi hanno una qualche forma di tutela previdenziale ed assistenziale. Il comparto sta attraversando una complicata fase di trasformazione, che richiederebbe una legge di riordino complessivo del sistema.
Il dottor VITALE, nel rimettersi ad una memoria scritta, segnala le gravi incertezze del comparto, in conseguenza dei grandi cambiamenti che sta attraversando il settore delle comunicazioni. Nel comparto le imprese possono ricorrere a diverse tipologie contrattuali per le assunzioni, tali da rispondere alle varie necessità stagionali o di flessibilità. La CISL-FISTEL chiede da tempo specifici interventi a sostegno, dall’aggiornamento dei coefficienti di ammortamento a modifiche del regime fiscale, da interventi normativi sullo strumento dei Confidi alla riattivazione delle iniziative di credito agevolato e credito di imposta per gli investimenti in innovazione tecnologica, dalla limitazione del carico fiscale per le aziende grafiche alla modifica dei sistemi di tassazione che sfavoriscono le imprese che si trovino in una fase di bassa redditività. Sollecita infine la convocazione degli Stati generali dell’editoria.
Il dottor CATINI, nel riservarsi a sua volta di presentare un contributo scritto, illustra il punto di vista della UIL-COM sulla materia. In particolare, auspica che si possa giungere alla sottoscrizione di un contratto di filiera e che la normativa vigente venga aggiornata alla luce delle profonde trasformazioni che hanno attraversato il settore.
Il dottor MOLLICONE, nel richiamarsi ai contenuti di un documento predisposto dalla sua Organizzazione in vista dell’audizione, sottolinea i problemi generali dell’editoria e le principali criticità del comparto. Fornisce quindi una serie di dati che danno conto dei problemi contrattuali e occupazionali degli addetti, in particolare di quanti operano sulla base di contratti atipici e dei freelance, anche con riferimento alle ricadute di carattere previdenziale.
Il senatore CASTRO (PdL), nel rievocare le motivazioni che hanno condotto alla richiesta di dar corso ad una indagine conoscitiva sul trattamento normativo ed economico nel settore dell’editoria, peraltro ampiamente contenute negli atti parlamentari, evidenzia che gli interventi oggi svolti hanno per la quasi totalità sollecitato l’adozione di misure sul versante dell’offerta, diversamente da quanto invece richiesto, ad esempio, dai rappresentanti della FNSI, che si sono soffermati anche sulla possibilità di una exit strategy, analogamente a quanto accaduto per gli operatori dei call center. Domanda se i rappresentanti sindacali possano eventualmente avanzare anche suggerimenti sul versante degli inquadramenti contrattuali.
Il dottor CATINI osserva l’impossibilità di individuare una filiera unica in un settore nel quale esiste una pluralità di contratti, ciò che rende arduo il controllo del precariato. Suggerisce che si vada in direzione di una filiera della “nuova comunicazione”, sollecitando a tale scopo l’adozione di opportune soluzioni normative.
Il dottor MOLLICONE ritiene che una soluzione potrebbe essere rappresentata dalla contrattazione aziendale, sottolineando che nella pratica risulta oggi smentita l’antica distinzione tra giornalisti e poligrafici.
Il dottor VITALE giudica la questione assai ardua in assenza di un progetto che unifichi le diversità. Ritiene che, al fine di giungere ad una contrattazione di primo livello sia necessario un intervento complessivo sul sistema.
Per il dottor CESTARO una risposta al problema del precariato non può prescindere da una riforma del settore; sollecita perciò un assetto contrattuale diverso dal passato, tale da superare l’attuale parcellizzazione. La richiesta di un “contratto della comunicazione” ha tuttavia incontrato forti resistenze. A suo avviso è indispensabile riconoscere la specificità della tipologia del lavoro in questione, che è per sua natura saltuario, e dunque necessita di tutele aggiuntive.
In considerazione dell’inizio della seduta dell’Assemblea, il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato gli intervenuti, dichiara conclusa l’audizione e rinvia il seguito dell’indagine conoscitiva.
La seduta termina alle ore 16,25.