“L’Italia fatica a uscire dalla bassa crescita stagnante”: è l’eloquente titolo del paragrafo sulla situazione dei conti pubblici e dell’economia italiana nel rapporto sulle previsioni economiche d’autunno che la Commissione europea ha pubblicato oggi a Bruxelles.
“L’economia italiana – si legge nel rapporto – si è bloccata all’inizio del 2018 e non mostra ancora segni di una ripresa significativa. Nel 2020 – prevede la Commissione -, la crescita è destinata a riprendersi modestamente a seguito della crescente domanda esterna e della moderata spesa delle famiglie, sebbene quest’ultima sarà parzialmente attenuata dall’indebolimento del mercato del lavoro”.
“Il deficit pubblico e il debito – nota l’Esecutivo comunitario – aumenteranno nei prossimi anni, a seguito della debole crescita economica e dell’aumento dei costi delle misure decise in passato”; ovvero, come si specifica più avanti, l’introduzione del Reddito di cittadinanza (“minimum income scheme”), “e di diverse misure che allargano le possibilità di ricorrere a pensionamenti anticipati” (Quota 100 e le facilitazioni dei ricongiungimenti contributivi).
Il debito pubblico “è previsto in aumento dal 134,8% nel 2018 al 137,4% nel 2021, a causa della debole crescita nominale del Pil e al peggioramento del saldo primario di bilancio”, nota la Commissione. Il deficit è previsto stabile al 2,2% del Pil nel 2019, mentre nel 2020 dovrebbe aumentare al 2,3% del Pil.
A conferma della situazione stagnante, la Commissione nota poi che “l’inflazione dei prezzi al consumo dovrebbero diminuire quest’anno”, quando è prevista allo 0,6%, “e aumentare moderatamente nel periodo 2020-2021”, con previsioni rispettivamente allo 0,8% e all’1,1%.
Per quanto riguarda il Pil, la Commissione conferma un +0,1% per il 2019, che dovrebbe salire a +0,4% nel 2020 e a 0,7% nel 2021.
TN