“Le fabbriche sono oggi probabilmente il posto più sicuro, perché hanno adottato da subito misure di prevenzione per la tutela della salute (temperatura misurata con telecamere termiche, controlli su distanze minime obbligatorie, accesso contingentato agli spazi comuni)”. E’ l’opinione dei vertici di Confindustria Lombardia che ieri ha riunito l’ufficio di presidenza per fare il punto sulle misure allo studio del governo nel tentativo di limitare il contagio da Coronavirus. La richiesta degli industriali lombardi è di non fermare la produzione e di garantire la libera circolazione delle merci con l’impegno di incrementare le varie misure di prevenzione necessarie per il contenimento del contagio.
Le varie associazione territoriali di Confindustria Lombardia sono infatti al lavoro per mettere a punto un codice di autoregolamentazione “in linea con le prescrizioni sanitarie più ferree” ed eventualmente “auto imporsi una sospensione in caso di impossibilità a soddisfare i requisiti di sicurezza richiesti dall’emergenza”. Codice che prevede di applicare nelle fabbriche “criteri stringenti di sicurezza sanitaria”, come la limitazione degli spostamenti di operai e dipendenti all’interno dei siti produttivi, l’accesso contingentato agli spazi comuni e la chiusura di tutti i reparti aziendali non indispensabili per la produzione. Il codice favorisce inoltre lo smart working per tutte le attività che possono essere svolte a distanza e incentiva i dipendenti a godere di ferie o congedi retribuiti.
Confindustria Lombardia si impegna inoltre “ad avviare da subito un censimento delle proprie imprese associate disponibili a chiudere i propri impianti”. La fase “è drammatica” e una volta superata l’emergenza, sottolinano anche gli industriali lombardi, “dovremo rimboccarci le maniche per ricostruire dalle macerie, come dopo un terremoto. E in tal senso rappresenta una importante iniezione di fiducia conoscere con certezza le misure che il governo metterà a disposizione delle imprese per superare la crisi”.
Nonostante l’emergenza Coronavirus, è “indispendabile” tenere aperte le aziende lombarde, “dando continuità a tutte le attività produttive e alla libera circolazione delle merci. Interrompere oggi le filiere – sostiene Confindustria Lombardia in una nota – significherebbe perdere il mercato di appartenenza e chiudere imprese di territori a forte vocazione export vuol dire dare all’estero un segnale di mancata capacità produttiva difficile da recuperare nel breve periodo”.
Le imprese lombarde, insomma, sono “fortemente orientate a continuare a garantire la continuità aziendale”, ma nello stesso tempo “si impegnano a rafforzare le proprie misure di prevenzione e contenimento della diffusione dell’epidemia in linea con le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità”.
E.G.