A settembre si torna a scuola, in presenza, tra i banchi, in piena sicurezza. Parola del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che nel tardo pomeriggio hanno riunito a Palazzo Chigi sindacati, enti locali, Comitato tecnico scientifico (Cts), rappresentanti degli studenti e dei genitori. Come ci si tornerà, dopo mesi di chiusura a causa dell’emergenza coronavirus e con il Cts che chiede di rispettare la distanza di un metro nelle classi, non è ancora chiaro.
Conte ammette che si tratta di “una partita importante” per “tutti, non solo per il governo”, riconosce che la didattica a distanza è stata una “opportunità” ma per il nuovo anno scolastico “l’obiettivo comune è tornare a scuola in sicurezza”.
Anche Azzolina spiega che “l’obiettivo è portare tutti a scuola in presenza, con particolare attenzione ai più piccoli che hanno sofferto maggiormente in questo periodo”. Ma conferma che si lavora a “un piano su più livelli che seguirà l’andamento del rischio di contagio”. Per la viceministra alla Scuola Anna Ascani, collegata con la riunione, “la didattica a distanza è stata una soluzione temporanea, ma indispensabile in una fase di emergenza. Ora però, come ho detto fin da subito, dobbiamo costruire velocemente le condizioni per assicurare ai nostri ragazzi il rientro in presenza e in sicurezza. Siamo tutti al lavoro per questo”.
Un lavoro che però appare decisamente in salita. Tocca ai rappresentanti degli enti locali evidenziare tutte le criticità della riapertura delle scuole tra meno di tre mesi. “E’ indispensabile e noi non ci tiriamo indietro”, dice il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, evidenziando le “necessità urgenti” al ritorno tra i banchi in sicurezza sbandierato dal governo: “Sblocco dell`assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta”. Le scuole dell’infanzia comunali vengono fuori da una situazione di carenza di organico, per effetto della riduzione del turn over, già precedente all’emergenza. “Solo attraverso norme e risorse mirate – spiega Decaro – potremo continuare a garantire il servizio che richiede più personale e spazi diversi per mantenere il distanziamento sociale”.
Il nodo delle risorse lo toccano pure i sindacati Cgil, Cisl e Uil che confermano, anche dopo l’incontro con il governo, la protesta dell’8 giugno. La Cgil lamenta come la discussione sulla ripartenza sia “in grave ritardo”: “Lo sciopero dell’8 giugno ha l’obiettivo di sollecitare il Governo a fare le scelte necessarie non solo per la riapertura in presenza a settembre nella massima sicurezza, ma per rimettere la scuola al centro delle priorità del Paese”, affermano il segretario della Cgil, Maurizio Landini ed il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. “Servono quindi – spiegano Landini e Sinopoli – risorse immediate per assunzioni straordinarie al fine di garantire la riduzione degli alunni per classe, obiettivo che riguarda non solo il distanziamento, ma la qualità della scuola. Servono insegnanti, ATA, tutte le figure necessarie. Servono investimenti in edilizia oltre quelli già previsti. Superare la precarietà nella scuola è allo stesso tempo obiettivo fondamentale. Necessario un provvedimento normativo organico sulla ripartenza della scuola e un protocollo di sicurezza”.
“E’ assolutamente necessario – osservano la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, e la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi – definire subito le linee guida nazionali come abbiamo fatto nelle scorse settimane con i protocolli sulla sicurezza, puntuali e dettagliati, per tutti i luoghi di lavoro. I tempi sono strettissimi. Dobbiamo sapere come garantire le necessarie distanze nelle aule scolastiche, tenendo conto della densità scolastica che non è uguale nelle varie province italiane, e soprattutto dobbiamo colmare le carenze enormi di organico che riguardano sia i docenti sia il personale tecnico. La protesta dei sindacati della scuola è dunque confermata. Il governo deve sciogliere subito il nodo delle risorse per garantire a settembre la ripresa delle attività in presenza in tutte le scuole italiane”.
“Per assicurare la riapertura delle scuola a settembre servono più risorse e più personale”: lo ha sottolineato il segretario generale Uil, Carmelo Barbagallo, e il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi. I sindacati di categoria – sottolinea la Uil – si sono presentati con un documento condiviso, chiedendo un provvedimento legislativo organico, un piano finanziato, per poter riaprire le scuole a settembre e garantire le consuete attività scolastiche in assoluta sicurezza per il personale e per gli alunni. “L’obiettivo – ha detto Barbagallo – è quello della ripresa dell’attività didattica in presenza, quanto più possibile diffusa e generalizzata. Ma perché ciò avvenga secondo i necessari criteri di sicurezza, servono risorse e più personale. In questo quadro, si inserisce anche la richiesta di assunzione e di tutele per i precari”.
TN