Il programma è fitto di iniziative e interventi che indagano le evoluzioni del settore e il ruolo del sindacato alla luce dei cambiamenti che hanno investito l’edilizia in questi ultimi anni.
Al segretario generale Vito Panzarella è stata affidata la relazione introduttiva dei lavori, toccando svariati temi, sindacali e politici, senza mancare di coglierne ogni aspetto e criticità per rilanciare un dibattito denso di spunti di riflessione.
Il segretario ha aperto la discussione con l’analisi del nuovo profilo del sindacato, che messo alla prova da infruttuosi tentativi di sabotaggio, oggi torna ad essere protagonista “riuscendo a mantenere e rafforzare il rapporto con le persone”, e la cui rinnovata missione si basa sull’”urgenza di tornare a presidiare i territori , non occupando spazi, ma avviando processi”.
La via per perseguire questo obiettivo fondamentale è certo la sinergia con le forze politiche, cui Panzarella si appella affinché torni a riappropriarsi del suo ruolo di guida “operando scelte e adottando strategie che abbiano come obiettivo i bisogni dei cittadini all’interno di un modello sociale ed economico equilibrato e sostenibile, capace di prevenire o mitigare disparità e conflitti sociali”.
Proprio al fine limare le disparità, il segretario ribadisce la priorità di rivedere la riforma del fisco, alleggerendo la pressione che pesa su lavoratori e pensionati e favorire la crescita della domanda interna. A ciò sono legate a doppio filo la situazione contrattuale e la questione salariale, perché se da un lato i rinnovi dei contratti legno e materiali da costruzione sono un segnale positivo, dall’altro resta ancora in sospeso il tavolo per il rinnovo del comparto edile, scaduto da quasi due anni e riguardante 1milione e mezzo di lavoratori. “Agli imprenditori ripetiamo che non può esserci ripresa economica e sviluppo senza un rilancio dei salari e della produttività – incalza Panzarella -, attraverso un contratto per il lavoro sicuro, dignitoso e di qualità, in un settore nel quale devono trovare spazio solo le imprese sane, regolari, capaci di investire e fare impresa”.
Per quanto riguarda le pensioni, poi, il segretario ribadisce l’importanza della modifica della Legge Fornero. I lavoratori del settore costruzioni, infatti, “svolgono un lavoro discontinuo” e sono impegnati “in lavorazione realmente usuranti e pesanti” e per questo motivo si rende necessario per gli edili andare prima in pensione. “La Feneal è convinta che si possa e si debba modificare profondamente la legge Fornero”, sottolinea con forza Panzarella, e “se il prossimo Governo avrà a disposizione le forze necessarie per la cancellazione della legge, noi siamo pronti a dare il nostro contributo”.
Se l’edilizia rappresenta l’8% del Pil nazionale e la fase di crisi sia ormai superata, il settore stenta ancora a ripartire in modo sostenuto, “specie in alcune aree del paese, anche per le scelte politiche che in questi anni non ne hanno valorizzato le potenzialità”. Per questo motivo “occorre uscire dall’ottica dell’emergenza e passare a una nuova visione che investa su qualità e messa in sicurezza”, attraverso un atto di coraggio e responsabilità da parte di imprese e istituzioni.
A tal proposito il segretario ha dedicato grande spazio al tema della sicurezza sul lavoro e del contrasto agli infortuni, rievocando i dati drammatici che riguardano il settore: dal 2016 all’anno in corso, infatti, i numeri delle vittime di incidenti sul lavoro sono aumentati in maniera esponenziale e “una delle evidenza che più di tutti lascia sconcertati è il fatto che in Italia, su 4,4milioni di imprese ci siano appena 3.500 addetti impiegati a vario titolo nel controlli”. Un rapporto che rivela un sistema di prevenzione e controllo“talmente frammentato da rendere complessa qualsiasi verifica”. Per Panzarella, quindi, “è importante che la prevenzione sia sempre meno formale e burocratica”, e che si orienti “alla promozione di una reale cultura della sicurezza mirata alla salvaguardia dei lavoratori anche attraverso la certezza della pena”. Feneal, Filca e Fillea lanciano quindi un’iniziativa nazionale “rivolta alle istituzioni, al mondo politico e al sistema delle imprese, con una forte valenza di denuncia ma soprattutto di protesta”.