La dimensione dello shock sull’economia mondiale derivante dalla pandemia di coronavirus è “inimmaginabile”. Lo scrive l’Istat in un documento depositato alla Commissione bilancio del Senato che sta esaminando il decreto Cura Italia.
La crisi sanitaria, scrive l’Istat, “ha imposto limiti alla circolazione delle merci e delle persone e alle attività produttive sempre più stringenti e ora tali da determinare uno shock di dimensioni inimmaginabili all’economia internazionale”.
“Nell’attuale contesto d’incertezza, che non ha precedenti nel dopoguerra – prosegue l’Istituto – cominciano ad essere annunciati i risultati di esercizi volti a costruire scenari di previsione. Anche quando basati su modelli previsivi robusti e ben collaudati, essi hanno una validità molto limitata, che viene azzerata nel giro di pochissimo tempo dai nuovi sviluppi della situazione. Gli esercizi non hanno, per ora, la possibilità di tenere conto degli effetti combinati delle misure, applicate in un insieme sempre più ampio di paesi, che modificano i comportamenti sociali e degli operatori economici”.
A maggio, secondo l’Istat, sarà possibile avere una prima concreta valutazione dell’impatto dell’epidemia di coronavirus sull’economia italiana. L’Istituto, si legge nel documento, “alla data odierna non dispone ancora di informazioni in grado di quantificare l’impatto sull’economia italiana delle misure introdotte per contrastare l’emergenza sanitaria, proprio per il brevissimo lasso di tempo intercorso dall’inizio del manifestarsi della crisi e per il rapido succedersi di estensioni e aggiustamenti dei provvedimenti in essere”.
“I primi provvedimenti generalizzati di distanziamento sociale, che hanno provocato da subito ricadute economiche rilevanti, sono stati introdotti nei primi giorni di marzo” ricorda l’Istat “Si può dunque essere certi che l’impatto sui dati economici emerga proprio con gli indicatori congiunturali riferiti a tale mese” che sarabbo diffusi a maggio.
In ogni caso, prosegue l’Istituto, “è immediato ipotizzare che il gap di produzione/valore aggiunto si determinerà in tutta la sua ampiezza nel secondo trimestre, con tutti gli indicatori e le statistiche relative all’economia e al mercato del lavoro che ne registreranno i risultati”.
E.G.