Insoddisfazione dei sindacati sui contenuti sul ddl Pnrr, ieri convertito in legge. La segretaria confederale della Uil, Ivana veronese, infatti, definisce quanto avvenuto a Palazzo Chigi un “incontro interlocutorio, nel senso che ci è stato detto tutto ciò che ci era stato già annunciato e che abbiamo letto sui giornali. C’è una ricognizione sui progetti fattibili e non fattibili entro il 2026 – ha aggiunto – e lavorare su una cosa che la Uil chiede da sempre: la complementarietà delle risorse. Oggi questa ricognizione non c’è e per questo abbiamo una grande preoccupazione”.
Dello stesso avviso Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil: “Non ci è stato detto nulla di nuovo rispetto a quello che abbiamo letto sui giornali. C’è una grande preoccupazione perché stiamo parlando di risorse per il Paese- ha proseguito Fracassi al termine dell’incontro – . C’è preoccupazione anche rispetto al programma RePowerEU. Anche su questo non abbiamo avuto risposte, come non abbiamo avuto risposte rispetto al rapporto con la commissione. È evidente che le scelte che si intendono fare necessitano di un’adesione della commissione. Come avevamo sospettato la cabina di regia sembra semplicemente di informazione, ma non di condivisione e di confronto. Così non va bene, c’è un punto fondamentale che è come si ricostruisce un punto di confronto, un negoziato con le parti sindacali”.
Più cauti dalla Cisl, che nelle parole del segretario confederale, Ignazio Ganga, esprime una valutazione positiva. “Per la prima volta – ha detto Ganga – ci siamo confrontati con il Governo nella cabina di regia. Cambia sicuramente la modalità con cui le parti sociali potranno accompagnare il provvedimento”. “Certo – ha aggiunto Ganga – nel cambiare per così dire la maglietta abbiamo nuove responsabilità rispetto alla scadenza del 2026”.
e.m.