Via libera dal consiglio dei ministri al Documento di Economia e Finanza 2019. Da quanto emerge in un comunicato del Mef, “la previsione di crescita tendenziale è stata ridotta allo 0,1% per l`anno in corso” e il livello di Pil programmatico “salirebbe allo 0,8% nei tre anni successivi”. Il Pil del 2018 si era attestato, secondo il rapporto Istat di marzo, allo 0,9%; percentuale poi non modificata dalla successiva revisione Istat di aprile sul Pil e quindi confermata dallo stesso Istituto.
“La previsione di crescita tendenziale – spiega il ministero dell’economia e delle finanze – è stata ridotta allo 0,1% per l`anno in corso, in un contesto di debolezza economica internazionale che il Governo ha fronteggiato mettendo in campo due pacchetti di misure di sostegno agli investimenti (il dl crescita e il dl sblocca cantieri) che dovrebbero portare ad una crescita aggiuntiva di 0,1 punti percentuali, fissando così il livello di Pil programmatico allo 0,2%, che salirebbe allo 0,8% nei tre anni successivi”.
Il Def, spiega il Mef, è “il primo del nuovo Governo, che traccia le linee guida della politica di bilancio e di riforma per il prossimo triennio, con l`obiettivo fondamentale di una nuova fase di sviluppo economico e di un miglioramento nell`inclusione sociale e della qualità della vita nel pieno rispetto dei vincoli europei”.
“Grazie alla riduzione di spesa già prevista e alla solidità dell`impianto della Legge di Bilancio – sottolinea il Mef – il deficit di quest`anno dovrebbe attestarsi al 2,4% del PIL, sia nel quadro programmatico che in quello tendenziale, per poi avviare un percorso di graduale riduzione che dovrebbe portarlo all`1,5% nel 2022. Il deficit strutturale scenderebbe dall`1,6% del PIL di quest`anno allo 0,8% nel 2022, convergendo verso il pareggio strutturale. E` prevista una salita del rapporto debito/PIL, già moderatamente aumentato lo scorso anno, anche nel 2019, mentre per i prossimi anni resta l`obiettivo di una significativa riduzione, con il debito sotto il 130% del PIL nel 2022”.
E.G.