“Con le modifiche apportate prima al Senato ed ora alla Camera, con l’approvazione dell’emendamento PD sull’obbligo di clausola sociale, il Parlamento mette al centro della legge delega sugli appalti la tutela dell’occupazione e del buon lavoro”. E’ quanto dichiara il Segretario generale degli edili Cgil, Alessandro Genovesi, ringraziando “i i senatori ed i deputati che hanno sostenuto le richieste dei lavoratori e del sindacato e ricordando che “ora i decreti attuativi dovranno essere coerenti con i paletti messi: principio della non derogabilità delle misure a tutela del lavoro, della sicurezza, del contrasto al lavoro irregolare (cioè quanto già previsto dagli articoli 23, 30 e 105 dell’attuale Codice); durc di congruità; l’obbligo di clausola sociale nei cambi di appalto per garantire i livelli occupazionali; l’obbligo di applicazione dei CCNL in relazione alle attività dell’appalto svolte anche in modo prevalente; la parità di trattamento economico e normativo tra lavoratori in appalto e sub appalto; l’esclusione sia dei costi per la sicurezza sia dei costi della manodopera da possibili ribassi d’asta; la maggiore qualificazione delle stazioni appaltanti con la piena attuazione della Banca Dati Nazionale dell’Anac e relativo fascicolo virtuale dell’operatore”.
Tutte scelte che per Genovesi “insieme al Durc di Congruità esteso all’edilizia privata, all’obbligo di applicare dal 27 maggio prossimo il CCNL dell’edilizia se si richiedono i vari bonus per ristrutturazione o il super bonus 110, al potenziamento dei poteri e degli organici dei servizi ispettivi, ai vari accordi stipulati con il Mims, RFI, ANAS, ecc. segnano una chiara scelta da parte del Parlamento e del Governo verso una maggiore attenzione alla condizione dei milioni di lavoratori e lavoratrici che lavorano negli appalti pubblici e verso una maggiore qualificazione delle imprese”.
“Ora – aggiunge Genovesi – attendiamo il completamento dell’iter parlamentare della Legge Delega, ma è evidente che chi scriverà materialmente i decreti attuativi del prossimo Codice dovrà essere coerente con l’impostazione più generale che va verso una sorta di Testo Unico degli Appalti. Testo unico che da un lato salvaguarda le tutele già previste dall’attuale codice e dall’altro favorisce, escludendo la possibilità di ribassi sui costi della manodopera, la crescita e la specializzazione delle aziende, valorizzando il lavoro, la salute e la sicurezza, il rispetto dei contratti collettivi di lavoro. Insomma dal PNRR alle opere ordinarie, dai grandi ai piccoli cantieri, il mix sta nel fare presto, facendo bene. E il fare bene vuol dire mettere al centro la qualità del lavoro” conclude il numero uno degli edili Cgil.