Duro scontro tra Emma Marcegaglia e Francesco Giavazzi. In un editoriale di ieri, l’economista aveva accusato Confindustria di rappresentare interessi corporativi che frenano le riforme perché interessati a difendere la codecisione con il governo. Inoltre, Giavazzi ha detto l’associazione degli industriali è controllata da imprese pubbliche e ha limitato l’articolo 8 della manovra estiva. La risposta del presidente di Confindustria non si è fatta attendere. La Marcegaglia ha scritto una lettera al Corriere in cui ricorda che l’associazione in questi anni ha operato forti strappi, sia con alcuni sindacati, sia con il governo. Marcegaglia ha ricordato che senza la riforma degli assetti contrattuali del 2009 la Fiat non avrebbe mai potuto portare a termine gli accordi di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. Inoltre, ha aggiunto, grazie a quell’accordo ogni impresa italiana è libera di scegliere a seconda delle proprie esigenze, settori e dimensioni, tra tre strade diverse: contratto nazionale, modifiche contrattate all’intesa nazionale e intese aziendali. Marcegaglia ha ricorda inoltre, che dopo due anni, la Cgil che non aveva firmato quell’accordo, ha siglato invece l’accordo sulle intese aziendali. Riguardo all’articolo 8, il presidente ha invece detto che non è stata Confindustria a chiedere al governo di inserire nella legge la clausola sui sindacati rappresentativi a livello nazionale, ma i sindacati.
Marcegaglia ha poi sostenuto che la tesi di Giavazzi secondo cui nell’associazione vi è un peso eccessivo delle imprese pubbliche è del tutto infondata. Infatti, ha detto, rappresentano solamente il 5% del totale. Inoltre, Confindustria un mese fa ha unito tutte le maggiori associazioni d’impresa italiana in un comune manifesto in cui si chiedono al governo, senza alcuno sconto, una decisa riforma della tassazione per meno cuneo fiscale, cessioni di patrimonio pubblico, liberalizzazioni estese. Tutte richieste su cui il governo ha fatto sempre marcia indietro.
Il presidente ha concluso la lettera dicendo che il paese ha bisogno i questo momento di serie riforme e non di “inutili” polemiche.
Luca Fortis