Nel 2023 l`Italia ha registrato un disavanzo di bilancio pari al 7,4% del Pil e un debito pubblico pari al 137,3% del Pil. Lo riferisce Eurostat con la notifica che certifica i conti pubblici dei paesi dell`Unione europea per lo scorso anno. Sulla base di questi dati nelle prossime settimane la Commissione europea deciderà se avviare procedure per deficit e eccessivo. Nel 2022 l`Italia aveva registrato un deficit Pil dell`8,6% e un debito al 140,5% del Pil.
Per l`intera eurozona il disavanzo sia è attestato al 4,1% del Pil e per l`Ue al 4%. L`indebitamento è risultato, rispettivamente, dell`88,6% per l`eurozona e dell`81,7% per l`intera Unione europea, aggiunge Eurostat.
La Commissione europea dovrebbe decidere se procedere con le procedure per deficit eccessivo con il “Pacchetto di primavera”, atteso attorno a metà maggio. Va ricordato che diverse regole del Patto di stabilità e di crescita sono state appena modificate con una revisione che dovrebbe essere ratificata in queste settimane.
Il 7,4% di deficit-Pil dell’Italia sullo scorso anno è il livello più elevato tra tutti i Paesi dell’Ue, seguito dal 6,75 dell’Ungheria e il 6,65 della Romania.
In valori assoluti, sempre secondo il resoconto stilato da Eurostat, il Pil italiano nel 2023 ha raggiunto 2.085 miliardi di euro, da 1.963 miliardi nel 2022. Il disavanzo si è attestato a 154,1 miliardi di euro, a fronte di 168 miliardi nel 2022.
Per incidenza sul Pil la spesa pubblica si è attestata al 55,2%, in limatura dal 56,3% del 2022, mentre le entrate fiscali – misura solitamente chiamata “pressione fiscale” – è lievemente salita al 47,8%, un aumento di un decimale di punto percentuale dall’anno precedente.
In valore assoluto il debito pubblico dell`Italia ha raggiunto 2.863,4 miliardi di euro, a fronte di 2.758,2 miliardi nel 2022.
In base alle regole del “vecchio” Patto di stabilità e di crescita, la procedura per deficit eccessivo può essere avviata quando un paese abbia oltrepassato o rischi di oltrepassare la soglia di disavanzo del 3 % del Pil; oppure quando l’indebitamento pubblico superi il 60% del Pil e non diminuisca “a un ritmo soddisfacente”, su questo il parametro finora utilizzato risultava particolarmente problematico.
Quest`anno di “transizione” sulle regole comuni dei conti pubblici, che nella versione rivista hanno sempre limiti sudeficit e debito ma si focalizzano soprattutto sul parametro della spesa netta dei Paesi, presenta diverse peculiarità con ricadute procedurali. Solitamente ad aprile i governi presentano piani programmatici pluriennali per la finanza pubblica che vengono presi in considerazioni anche per le procedure sul deficit.
Quest`anno tuttavia sono state presentate delle versioni solo parziali di queste programmazioni, in maniera concertata con la Commissione europea proprio in vista della ratifica delle nuove regole, con l`impegno a presentare piani completi per il mese di settembre. Tuttavia a maggio la commissione dovrebbe comunque valutare un passo formale sulle procedure per deficit eccessivo.