Cesare Giuseppe Meroni, l’esperto designato dal giudice per gestire la composizione negoziata della crisi di Acciaierie d’Italia (la società che prende in affitto gli stabilimenti dell’ex Ilva e li fa andare avanti) boccia il piano di salvataggio che era stato messo a punto dall’ad di Adi, Lucia Morselli.
“Non è ipotizzabile, quanto meno nel brevissimo periodo, il raggiungimento di un accordo tra Invitalia e ArcelorMittal idoneo ad assicurare quel sostegno finanziario indispensabile a garantire la continuità aziendale”. E inoltre “pare difficile ipotizzare che, in assenza di una compagine sociale coesa, AdI possa accedere alle ingenti (e urgenti) risorse finanziarie previste dal piano nonché poter continuare ad essere un primario partner industriale di società italiane ed europee”.
In pratica senza un accordo tra gli azionisti che si impegnino a versare risorse finanziarie nell’azienda non è possibile andare avanti. L’alternativa, a questo punto, sembra solo l’amministrazione straordinaria che deve passare per uno stato di insolvenza. Procedura a cui è stata spianata la strada da due recenti decreti legge del Governo.