“Uscendo da Confindustria, Marchionne non pensi di avere risolto il problema: noi continueremo a chiedere il contratto nazionale”. Lo ha detto Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom Cgil durante il presidio dei metalmeccanici all’esterno del centro congressi dell’Unione industriale di Torino.
“Il contratto aziendale non è ciò di cui abbiamo bisogno, sostiene il sindacalista che ribadisce l’intenzione della Fiom di procedere con i ricorsi alla Corte Costituzionale, senza escludere anche il referendum popolare abrogativo dell’articolo 8.
“Ai lavoratori – aggiunge – sono state chieste subito condizioni, il taglio di 10 minuti della pausa e di limitare le loro libertà, mentre i modelli non sono ancora arrivati. C’è bisogno di certezze che non ci sono perchè i lavoratori sono stati lasciati soli. C’è un governo che si occupa di sanare leggi retroattivamente e l’unica politica industriale che ha fatto è quella di mettere a disposizione esseri umani”.
“Auspichiamo – conclude Airaudo – che qualcuno chieda conto del piano Fabbrica Italia, che è sempre rinviato e lacunoso, e che anche la Consob chieda lumi”. (FRN)
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