Il governo francese, sebbene le proteste contro la nuova legge del mercato del lavoro durino ormai da mesi, ha deciso di far adottare la contestata riforma del lavoro senza passare per un voto in aula. Nelle scorse settimane, contro la legge El Khomri, migliaia di persone in tutto il paese hanno bloccato le scuole, le università e scioperato insieme al sindacato Cgt. Il 28 aprile durante lo sciopero generale e la manifestazione lungo le strade di Parigi anche delegazioni internazioni dei sindacati, tra cui la Fiom-Cgil, hanno partecipato alla contestazione alla legge del governo Hollande. Ma nonostante questo, la riforma va avanti.
Il governo è stato convocato per un consiglio dei ministri straordinario nel primo pomeriggio per autorizzare l’esecutivo a ricorrere all’articolo 49.3 della Costituzione in merito al progetto di legge di riforma del lavoro, data l’opposizione anche a sinistra rispetto al testo. L’articolo 49.3 permette all’esecutivo di adottare un testo senza voto in aula. L’Assemblea nazionale può rispondere presentando una “mozione di censura” al governo per bloccare la legge, ma essa necessita del voto della maggioranza assoluta dei suoi membri e, in caso di esito positivo, determina automaticamente la caduta del governo. Il ricorso a questa arma costituzionale è avvenuto già tre volte nel 2015 sul progetto di legge Macron, un controverso pacchetto di leggi sulle liberalizzazioni.


























