“Ridurre l’orario di lavoro a parità di stipendio e di contributi per la pensione ha un costo notevole”. Il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, commenta l’idea del Governo per far lavorare meno e tutti a parità di stipendio. Non a spese delle aziende, ma destinando parte delle risorse del recovery fund.
“Tutto quello che garantisce occupazione è benvenuto – dice Gay in un’intervista al Corriere della Sera – ma credo che il modo più produttivo di spendere i fondi europei sarebbe un altro. Queste risorse andrebbero usate prima di tutto per creare nuovo lavoro. Con una misura di questo tipo, invece, ci si limita a dividere la torta del lavoro già esistente in fette più piccole. Non dobbiamo accontentarci del lavoro che c’è, ma crearne di nuovo e di qualità, in settori con buone prospettive di crescita. Tra l`altro il costo a regime di una riduzione d`orario a parità di stipendio sarebbe tutt`altro che trascurabile”.
Alcune misure che creano lavoro ci sono già. “Anche gli incentivi agli investimenti privati per la digitalizzazione hanno creato lavoro – prosegue – credo che si dovrebbe fare molto di più. Troppo spesso si bolla questa tipo di spesa pubblica come un costo. Sbagliato. Questi sono investimenti con un ritorno di lungo periodo”.
I fondi europei dovrebbero essere utilizzati “per creare nuova occupazione – aggiunge – poi per sviluppare un sistema di politiche attive che aiuti chi esce da un`azienda ad arricchire le sue competenze per farsi assumere da un`altra parte. E infine per potenziare i percorsi di studi per i giovani che danno un futuro”. Ma ciò che potrebbe convincere le aziende nel breve periodo ad assumere di più è “ridurre il costo del lavoro – conclude – quando più della metà di quanto un`azienda paga per un lavoratore finisce in tasse e contributi, qualcosa non va. Serve un`iniziativa strutturale da articolare nell`arco di cinque anni per abbassare il cuneo fiscale”.
TN