Il ritardo nei pagamenti dei crediti verso le imprese da parte della pubblica amministrazione nel 2015 è costato alle aziende 5,4 miliardi (in leggero calo rispetto ai 6,1 miliardi del 2014). La stima elaborata dal Centro studi ImpresaLavoro è stata effettuata prendendo come riferimento l`ammontare complessivo dei debiti della nostra P.A., l`andamento della spesa pubblica per l`acquisto di beni e servizi e il costo medio del capitale (pari all’8,84% su base annua) che le imprese hanno dovuto sostenere per far fronte al relativo fabbisogno finanziario generato dai mancati pagamenti.
In questi ultimi due anni la Pubblica amministrazione non ha ridotto i “lunghissimi tempi di pagamento di beni e servizi, mantenendo sostanzialmente invariato lo stock di debito commerciale contratto nei confronti delle imprese fornitrici.
Sulla base delle ultime stime elaborate dal Centro studi ImpresaLavoro, lo scorso 31 dicembre questo ammontava infatti a circa 61,1 miliardi di euro (in leggero calo rispetto ai 67,1 miliardi del 2014)”.
Il fenomeno dei ritardi di pagamento della nostra PA mantiene dimensioni che non hanno pari rispetto ai nostri principali partner europei. Elaborando i dati dell’European Payment Report di Intrum Justitia, conclude il centro studi, si osserva come lo Stato italiano impieghi in media 131 giorni per pagare i propri fornitori: 16 giorni più della Grecia, 33 giorni più della Spagna, 55 giorni più del Portogallo, 73 giorni più della Francia, 91 giorni più dell’Irlanda, 101 giorni più del Regno Unito e addirittura 116 giorni più della Germania.