L’Istat conferma per il 2016 una crescita del Pil pari a +0,9%, rivedendo così al rialzo il dato del 2015, con il Pil salito dell’1% rispetto allo 0,8% della precedente stima.
La crescita reale del Pil tricolore appare con connotati maggiormente strutturali piuttosto che ciclici.
Infatti, i contributi alla crescita del Pil sono arrivati soprattutto dalla domanda interna per 1,5 punti, di cui 1 punto attribuibile ai consumi e 0,5 punti agli investimenti.
Le componenti più cicliche, quelle legate al commercio mondiale e alle scorte, hanno invece sottratto crescita: la domanda estera netta per 0,1 punti e le scorte per 0,4 punti.
L’Italia ha chiuso il 2016 con un rapporto deficit/pil del 2,5% con una revisione in peggioramento di un decimo di punto percentuale rispetto alla stima precedente.
L’Italia ha chiuso il 2016 con un avanzo primario ((indebitamento netto meno la spesa per interessi) confermato all’1,5% del Pil.
Nel 2016 il rapporto debito pubblico/Pil è salito al 132% dal 131,5% del 2015, per entrambi gli anni si tratta ancora di dati provvisori. Nel 2014, dato definitivo, il rapporto debito/pil ha viaggiato al 131,8%.
Il dato del 2016 risulta comunque migliore della precedente stima posta al 132,6% grazie alla migliore dinamica del Pil. Nel 2016 la pressione fiscale in Italia è scesa al 42,7% dal 43,2% del 2015.
E. M.

























