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L’enzima Draghi

Tommaso Nutarelli
Dicembre22/ 2021

“Per favore, tossisca di nuovo”. La paziente, della quale, per ovvi motivi, non riveleremo l’età, esegue scrupolosamente le indicazioni del medico, che con lo stetoscopio ausculta i bronchi e i polmoni. Da quasi due anni un virus maligno ha fortemente intaccato il bell’aspetto della signora, ma che, tuttavia, conserva ancora le vestigia di una bellezza antica e profonda, nonostante i lunghi e ripetuti acciacchi.

Il dottore, dopo aver posato lo stetoscopio, guarda la signora negli occhi e si lascia andare a un sorriso. “Molto bene – le dice – la risposta del suo organismo alle cure è estremamente positiva, di gran lunga migliore a tutti gli altri degenti che sto curando. In questi dodici mesi è riuscita a riportare sotto i livelli di guardia una serie di valori che erano saliti pericolosamente. Per questo la nomino paziente dell’anno”.

La signora si guarda attorno a sé incredula. Era da tempo che non riceveva un encomio di tale portata. Sempre tra le ultime posizioni, costretta ad arrancare, a inseguire gli altri. Il seguace di Ippocrate coglie subito l’euforia nel volto della sua mutuata. “Ma questo non vuol dire che sia guarita – afferma con aria seria e burbera -. Il virus ancora incombe. Circola come non mai. Soprattutto ora, con le festività natalizie alle porte, le attenzioni e le accortezze devono essere più alte che mai. Non possiamo sperperare tutto il vantaggio che siamo riusciti ad accumulare nei confronti del virus. Dobbiamo assolutamente proseguire con la cura, perché i suoi malanni non sono affatto passati. Molte delle sue cellule più giovani emigrano verso altri organismi. La sua capacità rigenerative è paurosamente bassa. Il suo corpo invecchia a ritmi spaventosi. Ma quel che mi preoccupa molto di più è il possibile rischio che in parte del suo organismo si avvii un processo degenerativo difficilmente contenibile”.

Il medico si alza e dall’armadietto tira fuori una confezione di pastiglie, che ormai la signora prende da dieci mesi. Per la grande ammalata lo specialista è riuscito a ordinare anche dei farmaci direttamente sta Bruxelles. “Questa pillola, – spiega tenendo in mano la scatola appena presa – come le ho più volte detto, contiene uno speciale enzima, denominato enzima Draghi. L’interazione dell’enzima con i medicamenti che i miei colleghi mi hanno inviato da Bruxelles genera un effetto curativo per il suo corpo senza precedenti”.

Posata la confezione sulla scrivania, il dottore si fa scuro in volto. I suoi occhi si tuffano nelle numerose cartelle cliniche impilate una sopra l’altra, quasi a non voler incrociare lo sguardo della sua paziente “Qualcosa non va? Mi deve dire altro?” chiede con ansia la donna. “Vede – riprende lo specialista – la somministrazione di questo enzima non potrà continuare ancora a lungo”. Lei inizia a stropicciarsi freneticamente il lembo della veste, le sue mani sono colte da un repentino e potente attacco di panico. “Davanti a noi ci sono due strade – chiarisce il medico nel tentativo di calmarla-. Con la prima potremmo continuare la terapia con l’enzima solo per un altro anno e poco più. In questo modo c’è un’elevata probabilità che si prolunghi l’effetto curativo con gli altri medicinali. La seconda prevede una posologia diversa dell’enzima, più lunga di sette anni, ma non sappiamo se o come possa proseguire la sinergia con gli altri medicamenti”.

“Se optassi per la seconda strada – chiede la donna – ci sarebbe un nuovo enzima capace di continuare il lavoro del precedente?” “L’organismo sembra nelle condizioni di potersi portare avanti sulla via della guarigione. Ma tra i possibili enzimi che stiamo analizzando in laboratorio è ancora difficile trovare un candidato affidabile. Tuttavia ancora non ci pensi, in fondo è Natale”.

 

Tommaso Nutarelli

Tommaso Nutarelli

Redattore de Il diario del lavoro.