Dopo otto anni di blocco totale si riapre “finalmente” il tavolo tra l’Aran e i sindacati per il rinnovo dei contratti pubblici. “Siamo all’ultimo miglio di un percorso avviato nei mille giorni del Governo Renzi”, scrive il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, in un post su Facebook.
Il ministro sottolinea che l’avvio del negoziato “ha avuto come tappa fondamentale l’accordo del 30 novembre scorso tra Governo e organizzazioni sindacali”. Secondo Madia “rinnovare il contratto non ha solo un valore economico, che pure conta, perché se nel privato i contratti collettivi sono stati rinnovati già da tempo i dipendenti pubblici hanno gli stipendi bloccati ormai da quasi dieci anni. Il rinnovo del contratto è anche un pezzo di un mosaico più grande: la riforma della pubblica amministrazione, che ora ha concluso la sua fase normativa”.
Madia auspica che le trattative si concludano entro i primi giorni di ottobre. “Le prossime saranno settimane di trattative tra Aran e sindacati e da luglio partirà anche il tavolo per il rinnovo dei dipendenti in regime di diritto pubblico: forze di polizia, vigili del fuoco e altre carriere speciali. Si arriverà così a definire un nuovo contratto per 3,3 milioni di lavoratori pubblici”.
Madia afferma che “avremo progressivamente una nuova P.A., un modo diverso di interazione con il privato, la possibilità di dialogare con le amministrazioni sempre di più in digitale, di conoscere dati e documenti o sapere in modo trasparente come vengono spese le risorse pubbliche e, per chi investe, di avere risposte in tempi certi”.
Il ministro della Funzione pubblica ricorda poi che per poter avviare le trattative all’Aran “abbiamo ridotto i comparti di contrattazione da 11 a 4, stanziato le prime risorse necessarie per riavviare le trattative e, soprattutto, abbiamo modificato le regole del lavoro pubblico volute da Brunetta, che impedivano la riapertura delle trattative”.
Madia aggiunge che in questo percorso di cambiamento della pubblica amministrazione “avremo bisogno di professionalità, anche nuove, motivate e valorizzate. Non sono stati un bene gli anni durante i quali si è voluto dare una rappresentazione tutta negativa del dipendente pubblico, costringendo a lavorare anche controvento le migliaia di lavoratori di qualità che abbiamo, dimenticando che stiamo parlando di medici, infermieri, forze dell’ordine, insegnanti e potrei continuare. Il rinnovo del contratto è quindi anche lo strumento che dovrà contenere meccanismi che valorizzino chi lavora con impegno al servizio della collettività – conclude – è interesse di tutti che ciò accada”.