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Malorgio (Filt-Cgil), la tragedia di Brandizzo riguarda tutti, sindacato e politica

Tommaso Nutarelli
Settembre04/ 2023

La morte dei cinque operai nella stazione di Brandizzo nel torinese, investiti da un treno mentre stavano lavorando sulle rotaie, ha colpito profondamente la coscienza e l’anima del paese. Istituzioni, politica e sindacati hanno espresso la loro vicinanza alle famiglie delle vittime. Una tragedia che ha riacceso l’attenzione sul tema della sicurezza. Ne abbiamo parlato con il segretario generale della Filt, il sindacato dei trasporti della Cgil, Stefano Malorgio, di ritorno dalla manifestazione che si è tenuta a Vercelli.

Malorgio come si è svolta la manifestazione di Vercelli?

È stata una manifestazione molto sentita e partecipata. Non ci sono stati momenti di tensione, nonostante la rabbia e il dolore. La commozione è stata grande, e certe immagini valgono molto più di tante parole, come la stazione di Brandizzo e i binari ricoperti dalla calce per assorbire il sangue.  Il segretario generale Landini ha incontrato i parenti delle vittime. Oltre ai sindacati dei trasporti, nazionali e di varie regioni, erano presenti anche gli edili, perché gli operai morti, contrattualmente,

facevano parte di quel mondo. Ma davanti a tragedie come queste ogni distinzione tra settori cade. Credo che questa manifestazione possa essere veramente uno spartiacque. Ci può essere un prima e un dopo Brandizzo. È una frase che si ripete spesso quando accadono cose del genere, ma oggi ho avvertito una consapevolezza e una determinazione che raramente mi è capitato di percepire.

Il pericolo è molto alto quando si svolgono interventi come quelli alla stazione di Brandizzo.

I lavori manutentivi sulle infrastrutture hanno un rischio molto elevato. Purtroppo le dicono i numeri. Ecco perché serve tanta cultura della sicurezza. L’organizzazione del lavoro è una prerogativa dell’azienda, ma quando in gioco c’è la tutela della vita dei lavoratori non può venire meno il confronto con le parti sociali. È compito della magistratura accertare come sono andati i fatti. Quello che ci preoccupa, anche sulla base di denunce di nostri tesserati ora in pensione, è che la prassi di lavoro che si è vista a Brandizzo sia consolidata e diffusa.

Da dove partire per evitare che tragedie così possano riaccadere?

Ci sono tre punti da dove partire.

Quali?

Prima di tutto dalle regole. Ci sono e vanno applicate senza pressioni indebite nei confronti dei lavoratori per comprimere e accelerare i lavori quando non ci sono le condizioni di sicurezza. E su questo chiediamo un posizionamento forte e deciso da parte di Rfi.

Poi?

Il secondo riguarda la definizione degli spazi manutentivi, ossia del tempo necessario per svolgere le operazioni di mantenimento. Anche qui non ci deve essere una compressione e le aziende in appalto devono rispettare le norme.

E infine?

L’ultimo punto riguarda proprio gli appalti. Le imprese in appalto e in subappalto devono essere ben definite e individuabili, e devono essere sanzionate se agiscono nell’illegalità. Consideri nel settore ferroviario mancano ancora i decreti attuativi della legge 81. Inoltre l’uso e l’applicazione della tecnologia possono dare un valido aiuto. L’Inail, con il suo centro di studi e ricerca, può essere l’ente in grado di far compiere questo salto tecnologico.

Com’è lo stato di salute delle nostre strade e ferrovie?

La nostra rete infrastrutturale è molto arretrata, ma il paese sta cercando di adeguarsi. È chiaro che le nuove opere del Pnrr, l’ammodernamento di quelle esistenti e la manutenzione, ordinaria e straordinaria, richiedono all’intero sistema uno sforzo enorme perché si vuole garantire la fruibilità all’utenza e, contemporaneamente, portare avanti questo grande rinnovamento.

Cosa deve fare il sindacato davanti ai morti di Brandizzo?

Questa strage deve interrogare tutto il mondo sindacale. Se così non fosse, la cosa sarebbe molto grave. Dobbiamo impegnarci affinché ci sia tra i lavoratori una cultura e una consapevolezza della sicurezza molto più diffusa e approfondita. Ci saranno poi dei tavoli con Rfi per capire se da parte dell’azienda c’è un reale desiderio di cambiamento.

E la politica?

È giusto il cordoglio e la vicina della politica e del governo alle famiglie degli operari. Ma è lo stesso governo che non ci ascolta sugli appalti. Le indicazioni date dal sindacato sul versante legislativo, innovativo e degli investimenti sono molte. Ci deve essere la volontà di seguirle.

Tommaso Nutarelli

Tommaso Nutarelli

Redattore de Il diario del lavoro.