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Newsletter – 3 Aprile 2020

redazione
Aprile03/ 2020

Lontano, in fondo al tunnel, in maniera quasi indistinta, ma qualche luce si comincia a vedere. La pandemia è ancora fortissima, ma qualcosa inizia a girare nel verso giusto. Soprattutto la forza dei contagi comincia a rallentare. C’è perfino chi annuncia la fine di questa prima fase, il momento in cui ci saranno decessi zero, e questa data viene indicata come abbastanza vicina. Merito dei grandi sforzi che tutti gli italiani stanno facendo, della loro reclusione in casa, delle loro rinunce, piccole e grandi. Ci stiamo accorgendo che presto o tardi torneremo a una vita normale. Piano piano, beninteso, perché anche nel momento in cui il pericolo sarà diminuito non sarà possibile che tutto riprenda immediatamente come prima. Si comincerà con grande lentezza e attenzione e non sarà una cosa facile o breve.

E parallelamente al sospiro di sollievo che, pur tra mille cautele, ci apprestiamo a fare, cresce la paura per quello che ci attende nel domani. Sarà una prova durissima, perché l’economia è a terra e farla risalire non sarà facile. Basta un dato tra i tanti: nel primo trimestre dell’anno la produzione industriale è caduta del 5,4% rispetto al trimestre precedente. Nel solo mese di marzo la caduta è stata del 16,6%. E siccome le fermate, dei consumi e della produzione, sono iniziate dopo la metà di febbraio e via via si sono fatte più sostanziose, c’è da credere che la caduta sarà davvero pesante. Parallelamente salirà, per le spese che si dovranno sostenere per gli aiuti necessari, il debito pubblico, fino, dicono le stime, al 150% del valore del Pil. Una tassa enorme, perché gli interessi che saremo chiamati a pagare saranno fortissimi, lasciando poche briciole per tutto il resto. Non come prima, molto peggio di prima.

Sono già allo studio le misure per recuperare il terreno perso. Si pensa che sia possibile eliminare o ridurre drasticamente la consistenza del periodo di chiusura estiva, nella considerazione che un fermo, almeno per gran parte delle attività, lo stiamo vivendo adesso. Molto si spera da un effetto rimbalzo, dal fatto che molte spese, soprattutto quelle più consistenti, sono state rimandate per causa di forza maggiore, ma una volta rientrati più o meno nella normalità queste riprenderanno con più forza. Il più spetterà comunque al governo, alle misure che si stanno studiando per tonificare l’economia, per ridurre i rischi, alzare i consumi, quindi far trovare alla produzione campo aperto.

Detto ciò, è chiaro a tutti che tante aziende non riapriranno più i battenti, l’impegno dell’esecutivo è stato quello di assicurare che non ci saranno licenziamenti per colpa del Covid19, ma tante aziende chiuderanno, perché escluse dalla catena di produzione, perché il loro posto sarà preso da altre imprese, non necessariamente italiane. Nessuno è in grado di quantificare questa scomparsa, ma sarà consistente, almeno questo è quanto affermano gli esperti che provano a gettare lo sguardo più lontano. E tra i lavoratori che perderanno il posto ci saranno purtroppo tanti di coloro che sono già ora al margine del mercato del lavoro, chi non ha un contratto a tempo indeterminato, le partite iva, i collaboratori, chi insomma, già oggi ha meno diritti degli altri. Un’ingiustizia, è vero, ma questa sarà la realtà. Sarebbe bene cominciare a fare i conti con questa prospettiva.

Cambieranno tante cose e tra queste anche le relazioni industriali, che però, questa è l’anomalia, mentre tutto il contesto peggiorerà, cambieranno in meglio. Innanzitutto sono destinate a divenire più centrali di quanto non fossero negli ultimi anni all’interno dell’impresa. Le relazioni industriali erano tra le funzioni aziendali meno interessanti, si dava loro un peso molto modesto, tutta l’attenzione era rivolta alla finanza, alla vendita, alla cura del cliente. La crisi ha fatto capire a tutti come le persone siano centrali, fondamentali in azienda ed è credibile che questa attenzione non scemi nel prossimo futuro.

Poi è probabile che le relazioni industriali si caratterizzino sempre più per un tasso di partecipazione più alto. Le imprese hanno preso atto degli ottimi risultati che ha avuto, nel corso della crisi, l’intensa correlazione tra le rappresentanze del lavoro e della produzione. Quanto di buono è stato fatto è avvenuto grazie a questa azione congiunta, nei confronti del governo al livello nazionale, ma anche delle istituzioni territoriali. Sindacati e imprese hanno litigato tra di loro, spesso e volentieri, ma al momento di fare pressioni sono stati coesi e questo ha portato buoni frutti. E’ difficile credere che tutto ciò sparirà dopo la pandemia. Naturalmente non si sa dove ci condurrà questo riavvicinamento, quali forme di partecipazione saranno avviate, ma qualcosa di nuovo certamente ci sarà.

E allo stesso modo non finirà qui la collaborazione che c’è stata tra parti sociali e istituzioni. Non tornerà la concertazione come la conoscemmo negli anni novanta, ma la disintermediazione che ha avuto tanta fortuna in questo decennio non tornerà più. Forze sociali e politiche hanno capito che la collaborazione è necessaria, che porta buoni risultati, e rinunciarvi sarebbe dannoso per tutti.

È poi possibile, come ha scritto su Il diario del lavoro con la solita acutezza Maurizio Castro, che ci sia una vera e propria rimappatura delle relazioni industriali, che diventino centrali e abitudinali nuove forme di contratto, nuove organizzazioni del lavoro, nuove gestioni del tempo di lavoro. Le relazioni del lavoro erano ferme da anni, anche perché le parti sociali non credevano nella loro forza, nella loro capacità creative. Lo sforzo fatto in queste lunga e cattiva emergenza ha con tutta probabilità abbassato queste paure, ha alzato l’autostima del sindacato e delle organizzazioni datoriali. Qualcosa di nuovo arriverà certamente.

Massimo Mascini

Per i nostri lettori pubblichiamo qui di seguito una scelta delle notizie e degli interventi più significativi apparsi nel corso della settimana su ildiariodellavoro.it (Vai al sito per leggere il giornale completo, aggiornato quotidianamente dalla nostra redazione).


Contrattazione

Questa settimana i sindacati di categoria e Confcommercio hanno firmato un accordo quadro inerente le misure di prevenzione e di contrasto alla diffusione del Covid-19 nei luoghi di lavoro nelle attività commerciali. Luxottica ha sottoscritto un accordo per la gestione dell’emergenza sanitaria, che ha portato alla richiesta di cassa integrazione, e al rafforzamento del welfare e della solidarietà. Nel comparto alimentare, il Gruppo Nestlè ha firmato, con i sindacati di categoria, un accordo che prevede la piena retribuzione mensile individuale ai lavoratori che si trovino a dover sospendere o ridurre la propria attività a causa delle restrizioni dovute al coronavirus. Sirti, a seguito di un confronto con i sindacati, ha annunciato, in un una nota invitata ai lavoratori, che anticiperà la Cassa integrazione per affrontare il periodo del Covid-19.

Interviste

Il direttore de Il diario del lavoro, Massimo Mascini, ha intervistato Alessio Ferraris, segretario generale della Cisl del Piemonte. Ferraris spiega come le relazioni industriali post crisi saranno all’insegna della cooperazione ma, precisa, le parti sociali non dovranno rinunciare al conflitto, finalizzandolo, tuttavia, alla ricerca del bene comune. Sempre Mascini ha intervistato Raffaele Morese, ex sindacalista della Cisl. Morese si aspetta cambiamenti profondi nel lavoro, i contratti e per i lavoratori.

Emanuele Ghiani ha intervistato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. Palombella fa il punto sulla situazione del settore metalmeccanico, e spiega le ricette che il sindacato sta mettendo in campo in vista della ripresa. Sempre Ghiani ha intervistato il segretario generale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli, per chiedergli quali sono le prospettive della sua Regione dopo la crisi. Per il segretario, per affrontare concretamente le problematiche legate al Coronavirus bisogna riformare l’intero mondo del lavoro.

Tommaso Nutarelli ha intervistato Franco Busto, segretario generale della Uil Puglia. Per Busto la ripresa non sarà immediata, e molte cose dovranno cambiare, nel modo di intendere il lavoro e gli stili di vita. Sempre Nutarelli ha intervistato Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche. Barbaresi analizza le basi sulle quali dovrà essere impostata la ripresa, non ripetendo gli errori del passato, e mettendo mano alla criticità che hanno contraddistinto il nostro sistema economico e sociale. Infine Nutarelli ha intervistato Michele Lignola, Direttore Generale dell’Unione Industriali Napoli. Lignola fa il punto su quelle che potranno essere le prospettive future delle relazioni industriali, una volta passata la crisi sanitaria.

Analisi

Roberto Polillo spiega quali strategie mettere in campo per arginare la diffusione dell’epidemia, e quali sono state le carenze della programmazione sanitaria che in Italia e negli altri paesi hanno accentuato il contagio.

Maurizio Castro analizza quelle che saranno le nuove relazioni industriali, una volta passata l’epidemia, e quali scenari futuri si prospetteranno.

Mario Ricciardi si sofferma sull’enorme mole di norme che stanno sommergendo tutti i comparti del pubblico impiego, per fronteggiare la situazione di emergenza. Da tutto questo, spiega Ricciardi, si può già riflettere su tutta una serie di criticità.

La nota

Nunzia Penelope prende spunto dall’intervento dell’ex presidente della Bce sul Financial Times per parlare di quella Italia che sogna Draghi, ma che rischia di risvegliarsi bruscamente con Conte. L’attuale governo non sembra all’altezza di gestire la crisi economica che seguirà quella sanitaria, spiega Penelope, e non c’è dubbio che Super Mario sarebbe invece la persona giusta. Ma difficilmente la politica gli spianerà la strada.

Il guardiano del faro

Marco Cianca riflette sul concetto di libertà in questi momenti di limitazione, prendendo spunto da un carteggio del 1955 tra Palmiro Togliatti e Norberto Bobbio sul bimestrale “Nuovi Argomenti”, proprio su questo tema.

I blog del Diario

Alessandra Servidori riflette sui rapporti di potere tra Usa, Cina, Russia e la fragile Europa in questo delicato momento.

Diario della crisi

Fim, Fiom e Uilm denunciano il rischio per 400 lavoratori della ex Embraco di accedere alla Cassa integrazione, chiedendo così l’intervento di Whirlpool Emea e Chieri Italia. Sempre i sindacati dei metalmeccanici ripotano il blocco di tutte le relazioni sindacali da parte di Sirti, con la mancato volontà di anticipare il trattamento di Cassa integrazione e il confronto con le Rsu territoriali.

Documentazione

Questa settimana è possibile consultare il testo del verbale di accordo di Enel, contenete misure per il contrasto al coronavirus. È inoltre presente l’indagine rapida sulla produzione industriale di Confindustria. Infine è possibile accedere ai dati Istat su occupati e disoccupati e alle stime sul reddito e il risparmio delle famiglie, e i profitti della società.

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