“Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale” è lo slogan da Cgil, Cisl, e Uil per celebrare il Primo maggio sotto il segno dell’unità. Quest’anno i tre leader Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno scelto Monfalcone (Gorizia) per celebrare la festa del lavoro a distanza di venti anni dalla manifestazione a Gorizia in occasione dell’allargamento dell’Ue con l’ingresso di dieci nuovi Paesi.
L’appello è a una politica che rimetta al centro il lavoro e i diritti delle persone e l’attacco al governo è frontale. Landini parla di “marchetta elettorale” in riferimento al cosiddetto Bonus Befana previsto dal Decreto Coesione – approvato in Cdm – che prevede 100 euro una tantum da erogare a gennaio 2025 per le famiglie con reddito fino a 28mila euro. “È sotto gli occhi di tutti che la gente non arriva a fine mese, ci sono più di 7 milioni di persone che pur lavorando sono povere. Pensare che tutto questo si risolva dando 100 euro lordi a gennaio e ad una platea limitata di persone credo sia un insulto al buon senso. Questo non risolve i problemi. Serve una politica diversa ma il governo continua a pensare di poter fare quello che vuole senza confrontarsi con i sindacati, con il mondo del lavoro e questo è un danno per il Paese”. Per Landini cioè che è davvero importante “rimettere al centro il lavoro, i diritti delle persone, combattere e superare la precarietà, aumentare i salari”, ponendo in particolare l’accento sui temi della della sicurezza sul lavoro. “Bisogna cambiare il modello di sviluppo e cambiare le leggi sbagliate, folli che ci sono nel Paese”.
Proprio sui temi della sicurezza insiste anche il leader della Uil, che sprona il governo “a parlare di lavoro e di sicurezza tutto l’anno”, non solo in occasione del Primo maggio. “Chiediamo alla presidente Meloni di discutere e far diventare il tema della sicurezza il tema portante sul quale il governo si impegna” per ridurre gli infortuni e le vittime sul lavoro. “Oggi non è una festa, è una giornata di mobilitazione. Non può essere una festa finché ci sarà anche un solo morto sul lavoro”. Riprendendo l’ironica metafora impiegata a commento delle misure governative (che hanno suscitato anche la reazione del ministro Lollobrigida), anche Bombardieri ha parlato di “spot elettorali” a fronte di milioni di persone che “hanno bisogno di recuperare la perdita del potere d’acquisto. C’è un tema dei salari e delle pensioni, che tra l’altro sono escluse dal premio. Abbiamo bisogno di scelte diverse: detassare gli aumenti contrattuali, confermare il taglio del cuneo fiscale, dare i soldi alle aziende che rinnovano i contratti e che non hanno incidenti sul lavoro”.
E anche se i tre sindacati si ritrovano in piazza insieme dopo un considerevole periodo di allontanamento, permangono differenze di visione. Lo dimostrano le parole del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, che rimarca l’apprezzamento per le misure del Decreto Coesione: “È importante il riordino sulla gestione dei fondi di coesione, va nella direzione auspicata dalla Cisl. Apprezziamo il sostegno forte all’occupazione stabile attraverso incentivi rivolti a giovani, donne e al Sud. Anche la misura dei 100 euro da corrispondere a gennaio è un ulteriore contributo per sostenere i redditi della fasce popolari. Ora va fatto di più”. Tuttavia, aggiunge, “bisogna aumentare salari e retribuzioni e rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, tagliare le tasse al ceto medio, detassare le tredicesime, rilanciare gli investimenti pubblici e privati, aprire il tavolo per cambiare il sistema previdenziale. Il dialogo e il confronto con il governo deve proseguire per affrontare in maniera più decisa le questioni più importanti”, tra cui, aggiunge Sbarra, “il taglio strutturale del cuneo fiscale”.
e.m.