Più di 7.500 progetti approvati e finanziati, per un importo totale di oltre 107 milioni di euro di contributi approvati, l’adesione di 830mila lavoratori e di quasi 150mila imprese provenienti da tutti i comparti, soprattutto microimprese (fino a 9 dipendenti) che rappresentano il 91% del totale, a cui si aggiunge l’8% di piccole imprese, con un numero di dipendenti compreso tra i 10 e 49. Sono i numeri del Rapporto FondItalia 2024, che fotografa 15 anni di attività del Fondo interprofessionale promosso da UGL e FederTerziario. Il rapporto sarà presentato nel corso di un roadshow di sei tappe e che toccherà le città di Bari (9 maggio), Milano (29 maggio), Torino (30 maggio), Palermo (20 giugno), Napoli (4 luglio) e Roma (3 ottobre). “l nostro appuntamento biennale con la presentazione del Rapporto -spiega Francesco Franco, presidente di FondItalia- vuole costituire un’occasione per animare e rinvigorire il dialogo sul territorio con le imprese che credono nella formazione dei propri dipendenti come volano per la crescita. I sei appuntamenti che abbiamo programmato, dal Nord al Sud del Paese, concretizzano la nostra intenzione di dialogare con il sistema economico italiano, ma anche con le istituzioni locali, al fine di creare sinergie per lo sviluppo della formazione continua nei luoghi di lavoro”.
Il Fondo, che in questi 15 anni di attività è cresciuto costantemente, si conferma il punto di riferimento per le microimprese (da 1 a 9 dipendenti), che costituiscono il 91% delle imprese aderenti, in prevalenza localizzate nel Sud e nelle Isole (64%). Le microimprese sono il principale bacino di adesioni, grazie ad alcune politiche specifiche adottate da FondItalia, come la possibilità per le imprese di piccolissime dimensioni di aggregare le proprie risorse in Conti di Rete, facilitandone l’ingresso nel “sistema Fondi” e l’accesso alle risorse per la formazione continua. Per quanto riguarda le adesioni nelle rimanenti aree del Paese, va segnalato un leggero aumento anche per le imprese aderenti del Centro Italia (15% con un +1%) e un invariato numero nelle rimanenti aree territoriali con il 5% nel Nord Est e il 16% nel Nord Ovest.
Anche la distribuzione per settori delle imprese aderenti al Fondo mostra una sostanziale stabilità rispetto al 2022: in evidenza il commercio all’ingrosso e al dettaglio (25%), le costruzioni (14%), l’alberghiero e della ristorazione (13%) e manifatturiero (12%). Per quanto riguarda il numero di lavoratori, si evidenziano i medesimi settori, anche se con ordine e percentuali leggermente differenti: commercio all’ingrosso e al dettaglio (19%), attività manifatturiere (16%), alberghiero e della ristorazione (11%) e costruzioni (10%). Soprattutto grazie all’attività promozionale, svolta a livello locale soprattutto dalle Articolazione Territoriali, si conferma inoltre la capacità di FondItalia di raggiungere continuamente nuovi bacini di utenza sinora esclusi dalle opportunità della formazione finanziata: il 73% delle imprese attualmente aderenti a FondItalia, infatti, non risulta provenire da altri Fondi.
Nel periodo 2010 – 2023, i Progetti complessivamente approvati sono stati 7.589 per un totale di 107.285.150,90 euro di contributi approvati, oltre 27mila imprese e 253mila lavoratori coinvolti in attività di formazione e quasi 7 milioni di monte ore formativo. Di oltre 27 milioni e mezzo il contributo approvato ed erogato dal Fondo nel biennio 2022 – 2023, grazie ai due Avvisi FEMI pubblicati con l’obiettivo di promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei lavoratori a supporto dello sviluppo e dell’innovazione nelle imprese. Fra le tematiche prioritarie della formazione finanziata: l’adozione di nuovi modelli di gestione aziendale, le competenze linguistiche, la green economy e il supporto all’internazionalizzazione.
Per quanto concerne le questioni di genere, la platea dei lavoratori destinatari dell’attività formativa e’ ancora a prevalenza maschile (il 60% per entrambi gli Avvisi FEMI 2022 e 2023); percentuali spiegate, in parte, nella prevalenza delle imprese beneficiarie provenienti da settori economici connotati come “maschili” come i comparti manufatturieri e delle costruzioni. L’età media dei lavoratori destinatari di almeno un corso di formazione è compresa tra i 40 ed i 49 anni e il titolo di studio posseduto è quello di diploma di scuola media superiore. E ancora, relativamente alla formazione digitale di base, lanciata nel 2022 col Fondo Nuove Competenze, anche nel 2023 ha visto FondItalia impegnata nel finanziamento di un nutrito pacchetto di corsi ad hoc per l’incremento di competenze digitali e green dei lavoratori: in due anni, oltre l’80% dei percorsi formativi si è concentrato sulle conoscenze digitali di base nelle aree “comunicazione e collaborazione” e “alfabetizzazione su informazioni e dati”. Il 10% dei percorsi è stato dedicato alla “transizione ecologica”, mentre il restante 9% alle “conoscenze digitali specifiche”.
Il rapporto ricorda poi l’attività dell’Osservatorio FondItalia sulle trasformazioni del mondo del lavoro e della formazione continua. e la ratifica dell’Accordo Quadro con il CNR per lo svolgimento congiunto di attività di ricerca. Nell’ambito dell’accordo, il Fondo ha affidato all’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISEM – CNR, attraverso una convenzione, l’esecuzione di un programma di attività di studio e ricerca sull’impatto dell’innovazione tecnologica e organizzativa sul lavoro e sul mutamento delle esigenze formative delle imprese e dei lavoratori. Infine, da segnalare che alla fine del 2023, dopo due anni di sviluppo a cura di Inforjob, e’ stato presentato, “C+ FondItalia”, lo strumento sviluppato in coerenza con le indicazioni contenute nel D.lgs. 13/2013 e DM del 5 gennaio 2021 e che, utilizzando l’architettura e i descrittori dell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, consente ai lavoratori di avvalersi un percorso assistito per mettere in trasparenza, attestare e validare le competenze formali, informali e non formali acquisite lungo l’arco della vita, comprese, quindi, anche quelle in esito ai percorsi formativi.
«In questi quindici anni –sottolinea Egidio Sangue, direttore di FondItalia– abbiamo svolto e continuiamo a svolgere con il massimo rigore uno dei compiti prioritari richiesti ai Fondi interprofessionali, e cioè aumentare la consapevolezza, nelle imprese e nella società, che la formazione continua significa mantenere alta la competitività delle imprese e migliorare costantemente i livelli occupazionali dei lavoratori. Il tour di presentazione del Rapporto 2024 è la dimostrazione che FondItalia crede fortemente nelle relazioni tra impresa, società e istituzioni perché il lavoro d’investimento sull’upskill delle competenze professionali sia, oggi più che mai, prioritario in uno scenario che vede la popolazione lavorativa invecchiare e tre milioni di posti di lavoro che si libereranno nei prossimi cinque anni. Il sistema dei Fondi interprofessionali, che raggiunge annualmente oltre 930.000 imprese e circa 1,5 milioni di lavoratori-conclude Sangue- necessita, tuttavia, di alcuni interventi che ne rafforzino l’efficacia.” Tra le richieste più urgenti: l’innalzamento del contributo 0,30% da destinare alla formazione continua per tramite dei Fondi; l’allargamento della platea dei destinatari a liberi professionisti, datori di lavoro responsabili di micro e piccole imprese e lavoratori autonomi; l’esclusione del ricorso delle imprese ai Fondi Interprofessionali dalla normativa europea sugli aiuti di Stato ed il coinvolgimento ed una chiara definizione delle funzioni dei Fondi Interprofessionali nell’ambito di una più ampia governance della formazione.