“E’ una apertura importante che apprezziamo molto quella del Presidente di Confindustria, Boccia anche perché viene incontro ad una richiesta che la Cisl avanza da tanto tempo”. E’ quanto sottolinea il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, sulla proposta di un “patto” sociale tra imprese e sindacati.
“Occorre mandare avanti il processo di attuazione del Patto per la Fabbrica, così come abbiamo fatto qualche settimana fa con l’intesa su Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro- aggiunge Sbarra. Il tema del lavoro va messo al centro di un grande Patto sociale per la crescita economica del Paese in modo da scongiurare i rischi di una nuova fase di recessione. Parliamo di una intesa che aumenti quantità e qualità dell’occupazione, che contrasti la precarietà, che rivendichi modifiche al decreto dignità, dia certezze alle persone con un sistema efficiente di politiche attive ed un diffuso e strutturale impianto degli ammortizzatori sociali, che rilanci e migliori le condizioni di vita nei luoghi di lavoro. Bisogna porsi l’obiettivo comune di una più alta competitività di sistema per imprese che oggi si misurano sullo scacchiere di un mercato globale”.
“Il rallentamento del ciclo economico, le perdite di produzione industriale e di export, il calo dell’occupazione sono segnali preoccupanti che possono preludere ad una nuova fase di recessione della nostra economia. Il mondo del lavoro e delle imprese hanno oggi l’occasione e l’opportunità di unirsi in un fronte riformatore che convinca il Governo a sbloccare le risorse e gli strumenti necessari per far ripartire il ciclo economico. Ma bisogna partire dal presupposto che il lavoro di qualità va prima di tutto creato attraverso investimenti pubblici che stimolino le attività produttive, specialmente nelle aree deboli del Paese. Quello che abbiamo visto nella manovra non va in questa direzione e non ci piace. Manca una visione sulle infrastrutture, sulla riduzione delle tasse, sulla politica industriale, sulla necessaria crescita del Mezzogiorno”.
“Si smantellano le dotazioni economiche e le leve del Piano Industria 4.0, si mortificano innovazione, ricerca, scuola e formazione, reti delle competenze e network attivi di inclusione nel mercato del lavoro. Per questo, insieme a Cgil e Uil, scenderemo in piazza il 9 febbraio. La proposta unitaria del sindacato è un’opportunità formidabile per far ripartire l’interlocuzione con il Governo. Un confronto che non c’è mai stato. E’ tempo di dare una scossa alla politica economica di questo Governo e di indirizzare competenze ed energie sociali ed istituzionali anche sul tema della Partecipazione e della democrazia economica, a partire da un maggiore coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni strategiche d’impresa”.
TN