Il decreto lavoro è legge. Il testo ha ottenuto il via libera della Camera con 154 voti favorevoli, 82 contrari e 2 astenuti.
Il decreto prevede il superamento del reddito di cittadinanza e l’introduzione dell’assegno unico di inclusione destinato alle famiglie più in difficoltà e legato a programmi di inclusione sociale e formazione, l’incremento del taglio del cuneo fiscale con aumenti in busta paga a partire da luglio e l’estensione delle causali per i contratti a termine superiori ai 12 mesi. Per quanto riguarda il lavoro agile, che termina il 30 giugno sia per il privato che per il pubblico, è prorogato nel privato fino al 31 dicembre sia per i lavoratori fragili e genitori con sotto i 14, mentre nella Pa fino al 30 settembre solo per i fragili. Il decreto innalza la soglia esentasse per i ‘compensi in natura’ concessi dal datore di lavoro (dai buoni pasto al bonus bollette) dagli attuali 258 euro a 3mila euro, ma solo per i dipendenti con figli a carico. Con le coperture trovate in sede di conversione, i fringe benefit saranno esentati oltre che dalle tasse, anche dagli oneri contributivi.
Venendo nel dettaglio delle misure, dal primo luglio le buste paga dei lavoratori dipendenti saranno più pesanti. Per chi guadagna fino a 35mila euro, gli incrementi saranno tra i 60 e i 100 euro al mese. Un beneficio che, in assenza di ulteriori risorse, terminerà a il prossimo 31 dicembre.
Con il decreto lavoro, inoltre, finisce l’era del reddito di cittadinanza. Con il nuovo anno farà il suo debutto l’Adi, l’assegno di inclusione, il nuovo strumento di contrasto alle povertà e all’esclusione sociale voluto dal governo Meloni. L’Adi sarà legato a percorsi di formazione, inserimento e partecipazione a progetti utili alla collettività organizzati da comuni. Ne possono beneficiare i nuclei familiari che hanno al proprio interno un minorenne, o un soggetto disabile o un over 60. L’assegno è pari a 500 euro al mese (6.000 l’anno) che salgono a 630 al mese (7.560 l’anno) se nella famiglia ci sono soggetti con 67 anni o più o se un componente è gravemente disabile. Questi importi di base sono poi incrementati sulla base di una scala di equivalenza, considerando la composizione della famiglie. L’assegno aumenta poi di 280 euro al mese se il nucleo vive in una casa in affitto.
Per quanto riguarda il cosiddetto occupabile, sarà tenuto ad accettare proposte di lavoro da qualsiasi regione se a tempo indeterminato, mentre per un lavoro a termine se il posto dista 80 chilometri dal domicilio o è raggiungibile in due ore con i mezzi pubblici. Per le persone con un’età tra i 18 e i 59 anni che rientrano tra gli occupabili, che non hanno un Isee di 6mila euro ma non i requisiti per ricevere l’assegno di inclusione, il governo ha previsto il supporto per la formazione, pari a 350 euro al mese. Sarà erogato dall’Inps, per un massimo di 12 mesi, e il beneficiario avrà l’obbligo di frequentazione di percorsi di formazione e riqualificazione professionale.
Tra le novità approvate in Parlamento vi è l’incremento di 5 milioni di euro del fondo per le famiglie delle vittime degli incidenti sul lavoro e la norma secondo cui le donne vittime di violenza possono costituire nucleo autonomo ai fini della percezione dell’assegno di inclusione.
Tommaso Nutarelli