Allentare il patto di stabilità interno, non genericamente, ma per far ripartire l’economia. Questa è una delle priorità che la politica deve affrontare. Ad affermarlo la Uil che si schiera a fianco dei Comuni.
Per la Uil, “è paradossale” che i Comuni, pur avendo risorse disponibili, non possano utilizzarle per pagare i fornitori in “tempi europei” e per aprire i “cantieri”. Ciò darebbe, da un lato, respiro a molte aziende che, alle prese con molti “crediti” verso la pubblica amministrazione, sono costrette, spesso, a ricorrere al credito o, peggio, agli ammortizzatori sociali per i loro lavoratori; dall’altro, con la riapertura di molti cantieri fermi, si potrà ridare ossigeno al settore delle costruzioni che, ormai, è sull’orlo del collasso occupazionale.
La Uil chiede inoltre all’Associazione dei Comuni di affrontare il tema della fiscalità locale che, ormai tra Imu, Addizionali Irpef e Tares, ha toccato livelli di guardia per chi vive con un reddito fisso. “A questo proposito auspichiamo l’apertura di un confronto tra Anci e parti sociali per un protocollo nazionale con l’obiettivo di individuare come alleggerire il carico fiscale locale per lavoratori dipendenti e pensionati. Meno vincoli sul patto di stabilità e meno fisco locale uguale più occupazione ed equità sociale”.

























