Una delle poche certezze nel nostro Paese è che quando la mattina suonano due volte a casa, è quasi sicuramente il postino. Ma lo scontato servizio potrebbe invece diventare un ricordo che le giovani generazioni ripenseranno come noi oggi rimembriamo i gettoni telefonici. Infatti consegnare tutte le lettere a tutti e ovunque è un servizio che Poste Italiane non ritiene più sostenibile alle condizioni economiche attuali. “Il servizio postale universale non è più sostenibile e richiede un’attenta revisione del suo contenuto e delle misure economiche necessarie al suo finanziamento”. Questa la posizione del Gruppo Poste Italiane a fronte della decisione adottata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sulla quantificazione dell’onere del servizio universale.
Per il segretario generale del sindacato di categoria Slp Cisl, Mario Petitto, la decisione dell’Agcom di riconoscere a Poste Italiane solamente 700 milioni di euro, per un biennio, per i costi del servizio universale di recapito su tutto il territorio nazionale “è l’ennesima beffa perpetrata ai danni dell’Operatore postale pubblico. Sono anni ormai che lo Stato riconosce a Poste Italiane solamente la metà dei costi reali sostenuti per garantire il servizio universale con evidenti ripercussioni negative sul conto economico del settore postale, in grave crisi in tutto il mondo”.
Infatti, a leggere un comunicato del gruppo, Poste Italiane ha certificato all’Autorità un onere per la fornitura del servizio universale per gli anni 2011 e 2012 pari rispettivamente a 709 e 704 milioni di euro. “L’Autorità, si legge nel comunicato del gruppo, nella sua decisione, ha riconosciuto un onere pari a 380 milioni di euro per il 2011 e a 327 milioni di euro per il 2012”.
“Tali ampie differenze, – prosegue il comunicato – soprattutto alla luce del progetto di privatizzazione del Gruppo, mostrano quanto sia urgente procedere all’adozione di misure di contenimento dell’onere del servizio universale che non possono che transitare attraverso una revisione delle modalità di fornitura del servizio stesso per renderlo più efficiente, più in linea con i bisogni del Paese e con le risorse economiche disponibili per il suo finanziamento”.
Emanuele Ghiani