Intesa raggiunta per il contratto nazionale biennale dei lavoratori del settore privato in Grecia tra sindacati e imprese: in particolare, i dipendenti riceveranno quest’anno un aumento salariale del 5,4 %, più un altro del 3,9% nel 2003. Resta invece irrisolta la questione su quando introdurre la settimana lavorativa di 39 ore, ed è stata rimandata a nuovi colloqui da tenersi in maggio.
In realtà, al netto dell’inflazione pregressa e calcolata per il futuro, l’aumento netto sarà di circa l’1%. Se la crescita dei prezzi supererà i tassi previsti, un ulteriore aumento dell’1% avrà luogo il prossimo anno.
Gli analisti finanziari temono comunque un aumento eccessivo del costo reale del lavoro (il costo del lavoro per unità, o Ulc,potrebbe salire nel 2002 dell 3%, contro il 2,3 inizialmente previsto), qualora si concentrassero un calo della produttività e gli effetti degli aumenti salariali anti-inflazione già contenuti nel contratto precedente. Con l’aumento dell’Ulc in Eurolandia che dovrebbe scendere all’1,9%, avvertono,la competitività delle imprese greche potrebbe essere danneggiata.
Anche la Banca di Grecia ha raccomandato nel suo ultimo rapporto che i salari crescano con la produttività.
L’intesa rappresenta un compromesso. I sindacati della confederazione Gsee avevano iniziato con una richiesta di aumento del 6%, e le imprese avevano offerto il 4. L’accordo non riguarda il settore bancario, dove sono ancora aperte le trattative.
Il ministero del Lavoro ha convocato le parti sociali per il 22 aprile, alle 11, per illustrare le priorità e i contenuti del Piano nazionale per l’occupazione (Nap) 2002, seguendo gli orientamenti dell’Unione Europea.
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