di Giovanni Floris, Filippo Nanni, Pergentina Pedaccini. Prefazione di Andrea Camilleri
Osservare, capire, raccontare i fatti. E’ il lavoro del giornalista. Un lavoro che, per dirla in due parole, può considerarsi riuscito quando la mediazione del cronista non modifica la realtà e l’ultimo anello della catena (lettore-ascoltatore-spettatore) ha gli strumenti per valutare la notizia che ha ricevuto. Fatti chiari, appunto. Per arrivare fino in fondo ci vogliono soprattutto etica e tecnica. Questo libro si occupa del secondo aspetto e lo fa portando il lettore in redazione, come in uno stage. E quando è il momento della teoria c’è sempre un’immagine, una tabella, una vignetta per scongiurare la noia. La prima parte del libro è dedicata ai segreti della comunicazione. Per parlare e scrivere ‘bene’ in senso moderno non basta conoscere le regole della grammatica e della sintassi: si rischia di parlare in modo corretto, sì, ma anche pedante e noioso, quindi di non comunicare in modo efficace. La seconda parte spalanca le porte della redazione. Il ‘prodotto’ viene passato ai raggi ics: l’uso delle parole, il burocratese da combattere, le frasi fatte, l’incipit di un servizio. Tanti esempi per aiutare a capire. La terza parte del libro è dedicata al talk show televisivo. Il linguaggio, ma anche la filosofia con la quale si prepara una trasmissione d’approfondimento in diretta. Lo stile non cambia: ancora una visita guidata al posto di una lezione.


























