Prefazione di Gianni Rinaldini – Presentazione di Nicola Nicolosi
Gli italiani, grazie alla loro grande capacità di risparmio, hanno accumulato un patrimonio che li colloca tra i ricchi del mondo. Sotto una situazione mediamente buona si scoprono tante diseguaglianze e situazioni di vera sofferenza. Negli ultimi 15 anni sono cresciute, più che in altri paesi, le differenze sociali. Gli operai, che continuano a essere la classe sociale più rilevante, non progrediscono dal 1992.
L’Italia, vocata all’investimento immobiliare, è stata contagiata dal virus della finanza facile. L’abnorme peso della finanza è una delle ragioni dei bassi tassi di sviluppo del Paese dalla crisi del 1992-93. nella bassa crescita i più ricchi vogliono mantenere alti margini, a danno di tutti gli altri. E’ già aperto il conflitto, su chi pagherà i costi della crisi. E’ iniziato l’assalto alla Cgil ostacolo alla riduzione delle retribuzioni e delle pensioni.
La sinistra è in profonda crisi d’identità e di rappresentanza, mentre gli operai l’abbandonano. Il vuoto lasciato dai partiti di massa è riempito da una oligarchia sempre più ricca, proprietaria dei mezzi di comunicazione, che condiziona partitti sempre più mediatici. L’Europa potrebbe diventare il motore di un nuovo modello di sviluppo nella pace, capace di affrontare le grandi sfide demografiche, ambientali e sociali.

























