di Bruno Mangiatordi – Commissario Covip
L’Amministrazione Obama, pur operando nel mezzo della gravissima crisi economica iniziata nel 2008, ha impresso fin dai primi mesi di attività una notevole spinta alle politiche sociali degli Stati Uniti adottando misure volte prevalentemente a tutelare i ceti più svantaggiati. Tra esse vale citare l’estensione dell’indennità di disoccupazione a 11 milioni di lavoratori usciti dal mercato del lavoro, la riduzione delle tasse a beneficio del 95 per cento delle famiglie lavoratrici americane, l’avvio di programmi di sostegno finanziario alle piccole imprese.
I tanto discussi interventi di riforma del servizio sanitario nazionale statunitense, che oggi lascia senza copertura 46 milioni di persone, rappresentano, indubbiamente, la punta di maggiore visibilità e criticità di un approccio innovativo che peraltro, pur nella sua radicalità, è attento a non mettere in discussione l’impianto di collaborazione tra pubblico e privato cui l’intero sistema è storicamente improntato.
Alla medesima impostazione rispondono anche alcune iniziative annunciate dal Presidente Obama il 5 settembre scorso (Labor Day) miranti a sollecitare circa 78 milioni di lavoratori americani, tuttora sprovvisti di un piano pensionistico complementare (la maggior parte dei quali a basso reddito e impiegati nelle piccole e medie imprese), a iscriversi a una forma previdenziale privata.
Lo strumento qualificante di tali interventi è la razionalizzazione delle procedure di adesione automatica ai piani pensionistici aziendali 401(k) a contribuzione definita. L’ “automatic enrollment”, meccanismo per molti versi simile al “silenzio assenso” previsto nella legislazione italiana, è stato introdotto nel 2008 determinando un incremento delle adesioni essenzialmente tra i lavoratori delle grandi aziende; molto meno nelle piccole e medie, soprattutto a causa dell’onerosità degli adempimenti amministrativi da assolvere da parte dei datori di lavoro per ottenere dall’IRS (Internal Revenue Service) l’autorizzazione necessaria a introdurre tale modalità di adesione tra quelle ammesse.
Al fine di ridurre al minimo i passaggi burocratici, nella proposta governativa è previsto un procedimento che consentirà ai datori di lavoro di introdurre l’adesione automatica nei piani pensionistici aziendali semplicemente compilando dei moduli appositamente predisposti dall’IRS, così liberandoli dall’obbligo di richiedere approvazioni preventive.
Il pacchetto presentato da Obama contiene ulteriori misure di sicuro impatto che testimoniano la forte fiducia della nuova Amministrazione nei confronti del sistema pensionistico privato:
1. la contribuzione dei lavoratori iscritti ai fondi pensione potrà essere automaticamente incrementata anno dopo anno, salvo esplicito diverso avviso da parte degli interessati;
2. i lavoratori, in quanto contribuenti, avranno titolo per richiedere all’IRS che eventuali crediti d’imposta siano destinati al piano pensionistico cui aderiscono;
3. agli iscritti ai fondi pensione sarà riconosciuta la facoltà di chiedere ai datori di lavoro che i pagamenti relativi alla liquidazione per cessazione del rapporto di lavoro, alle ferie non percepite, a permessi non goduti, agli straordinari o ad altri bonus equivalenti siano destinati ai loro piani pensionistici.
Peraltro, la proposta di Budget federale 2010 presentata lo scorso febbraio già introduceva misure volte a incrementare l’accumulazione del risparmio previdenziale, prevedendo l’iscrizione, mediante l’automatic enrollment, ai piani pensionistici individuali (IRAs – Individual Retirement Accounts) dei lavoratori occupati nelle aziende più piccole sprovviste di un piano aziendale 401(k).
Un’ulteriore novità prevista nel Budget è quella di integrare (“matching”) con un incentivo fiscale – entro il limite massimo di 500 dollari – fino alla metà del montante versato ai piani previdenziali da parte dei lavoratori a basso reddito.
E nel nostro Paese? L’OCSE annuncia previsioni allarmanti per il tasso di disoccupazione in Italia; molte piccole aziende chiuderanno, l’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani si farà ancora più difficile.
Con riferimento al nostro sistema di previdenza complementare, sarebbe bene porsi con urgenza alcuni interrogativi di fondo. Se è vero che gli effetti della crisi – benché alcuni ne intravedano l’attenuazione – devono ancora raggiungere pienamente il loro acme, quanti nuovi iscritti ai fondi pensione possiamo aspettarci quest’anno e nel 2010? Quante, invece, saranno le richieste di riscatto e di anticipazione che i fondi pensione riceveranno per far fronte alle esigenze della vita familiare? E, infine, che cosa intendiamo fare per i milioni di lavoratori i cui contributi previdenziali, di primo e secondo pilastro, sono irrimediabilmente condizionati da carriere interrotte e/o discontinue?

























