La retribuzione dell’attività lavorativa nei vari comparti dell’economia è cresciuta in media del 17% nelle 162 regioni d’Europa. È quanto emerge da uno studio di Eurostat dedicato all’evoluzione regionale della retribuzione dei gruppi d’attività tra il ’95 e il ’99.
Le regioni in cui si sono registrati gli aumenti più significativi si trovano in Grecia, Irlanda, Spagna e Olanda, mentre quelle che hanno fatto segnare la crescita minore sono in Austria, Germania, Svezia e Francia.
La media italiana (+15%) è lievemente inferiore a quella europea, ma tra le varie regioni si registrano sensibili differenze. Il maggior incremento si è verificato in Sardegna (+19%), mentre la Calabria fa segnare il minor livello di crescita degli stipendi (+10%). Le regioni dell’area del nord-ovest (Piemonte, Valle D’aosta e Liguria) si situano al disotto della media Ue con una media del +13%.
Migliore il risultato del nord-est (Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia) con +16%. L’Emilia Romagna (+17%) fa segnare uno dei risultati migliori insieme alle Marche (+17%). Nel centro-sud bene Molise (+17%), Campania (+17,4%) e Basilicata (+17,3%), mentre Abruzzo (+14%), Lazio (+12%) e Calabria (+10%) chiudono la classifica.
L’analisi per settore di attività indica che i più elevati incrementi salariali a livello europeo sono stati registrati nel settore dell’amministrazione pubblica (+30%) e nel commercio (+21%). Più ridotti gli aumenti salariali a livello regionale nel comparto agricolo (1%) ed in quello edile (5,9%).
In Italia i settori che hanno fatto segnare il livello di crescita più elevato sono l’amministrazione pubblica (32%), il comparto manifatturiero (28%) e quello commerciale (20%). Seguono i servizi finanziari (+13%), l’edilizia (+4,4%) e l’ agricoltura (+1,5%).
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