I consumi, finora considerati come il solido baluardo che ha permesso all’economia francese di resistere alla difficile congiuntura, hanno dato oggi un segnale di debolezza che potrebbe minare le speranze di una ripresa nel 2003.
Il calo più forte del previsto registrato a settembre ( -1,2%) è stato annunciato proprio mentre il ministro del bilancio Alain Lambert indicava che la crescita del Pil nel 2002 sarà più vicina all’1% che all’1,2% previsto dal governo. Le spese delle famiglie sono aumentate, su base annuale, dell’1,5% contro il 3,1% previsto dagli analisti. La flessione annunciata oggi preoccupa gli economisti sia per la sua ampiezza sia perchè tocca per la prima volta il settore del commercio, che finora era stato risparmiato dal rallentamento economico.
Di fronte a consumi che vacillano e a una crescita che si indebolisce, gli economisti si chiedono se le attese di un rilancio dell’economia, che Parigi attende l’anno prossimo, non siano ormai da considerare superate e l’obiettivo di un tasso di crescita del Pil del 2,5% definitivamente fuori portata. Già oggi un’economista di CDC-Ixis, Laure Maillard ha ridotto le previsioni di crescita all’1% nel 2002 e all’1,7% nel 2003.
A rendere più cupe le prospettive della congiuntura al di là delle alpi, vi è il blocco degli investimenti industriali e l’aumento della disoccupazione con le sue conseguenze negative sulla domanda interna, considerata come il motore della crescita in Francia.
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