Decine di migliaia di dipendenti pubblici hanno manifestato a Lisbona davanti al Parlamento portoghese al termine di uno sciopero di 24 ore del settore pubblico, indetto per protestare contro la politica economica e sociale del governo di centro-destra.
I manifestanti – 50.000 secondo gli organizzatori, oltre 30.000 per la polizia – hanno denunciato in particolare la politica di rigore salariale del governo di Josè Manuel Durao Barroso. “Dobbiamo combattere questa politica retributiva che il governo vuole scaricarci addosso, è vergognosa”, ha detto ai dimostranti Manuel Carvalho da Silva, capo della Confederazione generale dei lavoratori portoghesi (Cgtp, il principale sindacato del Paese, filocomunista).
In tutto il Portogallo, ieri molte scuole sono rimaste chiuse, al pari degli uffici governativi, e gli ospedali hanno funzionato a ritmo ridotto.
Secondo gli organizzatori, hanno incrociato le braccia circa l’80% del mezzo milione di dipendenti pubblici; secondo il governo, hanno scioperato il 10% appena.
I lavoratori della pubblica amministrazione hanno altresì deciso di partecipare alla giornata nazionale di lotta indetta dalla Cgtp, per tutte le categorie, il 30 ottobre prossimo.
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