Il fondo pensione della General Motors è in deficit e rischia nel 2002 un buco da 16 miliardi di dollari (16,22 miliardi di euro). L’allarme lo lancia il Financial Times sottolineando che Rick Wagoner spera di ripianare il deficit puntando ai tagli dei costi e al successo dei suoi nuovi modelli.
La ragione di questo buco, spiega Ft, è quella comune a tutti i sistemi pensionistici, il numero dei pensionati Gm supera quello dei dipendenti, situazione aggravata dalla crisi dei mercati che hanno assottigliato il valore degli investimenti fatti dal fondo. Oggi il fondo pensione della Gm, un fondo da 67 miliardi di dollari, deve pagare le pensioni e le cure mediche a 459.000 pensionati e alle loro mogli, un numero più che doppio dei 195.000 impiegati attivi del colosso di Detroit. Una situazione che impone con urgenza un piano di aggiustamento. Ma per il giornale economico britannico la serie dei problemi è difficile da superare. Lo scorso anno il principale fondo pensione della Gm ha generato un buco da 9,1 miliardi di dollari che è costato a Gm 146 milioni di dollari in profitti lordi ovvero dollari per ognuno dei 4,9 milioni di veicoli venduti negli Stati Uniti. Quest’anno la situazione è peggiorata e Ft calcola che il gap del fondo pensione salirà a 16 miliardi di dollari.
La società automobilistica sta lavorando duramente per arginare le perdite derivanti dalla crisi dei mercati, ha iniettato quest’anno 2,2 miliardi di dollari e questo solo per reintegrare un 3% di perdita di valore degli investimenti fatti dal fondo nella prima metà dell’anno. La situazione del fondo pensione Gm è quella peggiore se paragonata con le altre due case automobilistiche di Detroit perchè i pensionati Gm sono 2,5 volte superiori ai dipendenti, mentre per la Ford il rapporto è di uno a uno mentre gli stabilimenti giapponesi e coreani che hanno appena aperto non hanno teoricamente pensioni da pagare. Gm comunque insiste che non bisogna farsi prendere dal panico ricordando che nel 1993 il fondo aveva un deficit di 18,5 miliardi di dollari e venne ripianato grazie alle iniezioni di nuovi liquidi e al rialzo delle borse.
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