Il gruppo francese Ppr (Pinault-Printemps-Redout, cui fa capo la Gucci) sembra essere un triste esempio di azienda che rispetta il dialogo sociale nel suo paese e si comporta con leggerezza all’estero, nella fattispecie negli Stati Uniti. La denuncia viene da Bruxelles, dalla sede della Confederazione europea dei sindacati (Icftu). Brylane, filiale americana della multinazionale francese Ppr, è nella tormenta da mesi per l’attacco lanciato ai sindacati in sue stabilimenti nell’Indiana. L’impresa commercializza e distribuisce negli Usa abiti e complementi d’arredamento proposti in nove cataloghi di vendita per corrispondenza della francese La Redoute, e gestisce due centri di distribuzione nello stato del Massachussetts, in cui il sindacato di categoria Unite organizza da oltre 15 anni, e altre due nell’Indiana, in cui però nessun sindacato è ad oggi stato formato. Nell’ottobre del 2001 circa 1.200 dipendenti dell’Indiano sottoscrive una lettera di adesione al sindacato. La direzione di due centri di distribuzione ha reagito molto duramente adottando una serie di misure, alcune delle quali illegali, per impedire la creazione del sindacato, affidandosi addirittura ad un’impresa specializzata nella lotta contro i sindacati, la Ice Miller, che si è prontamente messa al lavoro. Ma i sindacati annunciano una dura battaglia.
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