A rischio tagliatelle, agnolotti, tortellini o ancora ravioli freschi sfusi. Ma soprattutto posti di lavoro. Tutto è partito dall’annuncio fatto da alcuni quotidiani italiani che l’Europa avrebbe ”cancellato” la pasta fresca venduta sfusa. Per Bruxelles, invece, la soppressione dell’obbligo di consumare paste fresche vendute sfuse entro cinque giorni dalla data di produzione ”è una decisione unilaterale del governo italiano”. Un vero “pasticcio” bruxellese in salsa italiana. E dopo Cna e Confartigianato interviene anche la Copagri: ”Il varo della legge comunitaria 2001 – ha detto il presidente dell’Ugc Cisl e vicepresidente della Confederazione produttori agricoli, Elia Fiorillo – potrebbe dare il via libera alla fine del mercato della pasta fresca sfusa, al conseguente declino di un prodotto di tradizione nazionale particolarmente gradito e allo smantellamento di migliaia di laboratori, di oltre 10 mila posti di lavoro e di un volume di affari superiore ai 200 milioni di euro. E tutto ciò in assenza di una norma europea che implichi l’obbligo di recepimento in tal senso”.
Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali
Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu