Si svolgerà ai primi di giugno, forse il 5, un incontro di vertice tra Confindustria e sindacati per cercare un nuovo accordo interconfederale sui temi della contrattazione. In realtà il confronto non è mai venuto meno in questi mesi, i tecnici delle due parti si sono incontrati a più riprese. Hanno parlato di politiche attive del lavoro, di partecipazione, dell’ostico tema della perimetrazione dei contratti nazionali di lavoro. Ancora, dei criteri che potrebbero essere utilizzati per misurare la rappresentatività delle associazioni padronali, atto su cui tutti sembrano d’accordo, ma non esiste alcuna indicazione sul come svolgere questo compito.
L’obiettivo è quello di andare oltre l’accordo del 9 marzo del 2018, anche per mettere il governo di fronte a una volontà certa ed esplicita delle parti sociali nel caso decidesse di varare dei provvedimenti nelle materie care a imprenditori e sindacalisti. In realtà questo governo non sembra molto interessato a cosa pensano e desiderano le parti sociali, e non si sa nemmeno bene che destino attenda l’esecutivo dopo le elezioni europee. Ma i temi urgono, la situazione delle relazioni industriali si sta rapidamente deteriorando e mettere dei punti fermi potrebbe essere importante.
Vincenzo Boccia ha del resto anche una motivazione personale per andare avanti velocemente verso un accordo, perché il suo tempo sta per scadere. In realtà lui resterà in carica fino al maggio del 2020, ma l’assemblea di Confindustria che si terrà mercoledì prossimo sarà in pratica l’ultima che lo vedrà protagonista, quella dell’anno prossimo sarà presieduta dal suo successore. E notoriamente i sindacati non stringono intese con chi sta esaurendo il suo mandato. Non è che non si fidino del loro interlocutore, ma non vogliono costituire situazioni in cui il nuovo presidente possa trovarsi stretto.
Insomma, i motivi per cui andare veloci su questo confronto non mancherebbero. Anche perché è reale il pericolo che, senza clamori, ma in maniera ineluttabile, la contrattazione entri in un buco nero, si diradi, perda peso e sostanza. Il colpo letale potrebbe venire dall’approvazione in Parlamento di un provvedimento per l’adozione di un salario minimo, cui questo governo sembra appassionato. Se non fosse chiaro che questo salario minimo si applica solo a chi non ha un contratto di riferimento e si stabilisca il livello salariale uguale per tutti, come la proposta di legge della presidente della Commissione Lavoro della Camera chiede, le reazioni potrebbero essere disastrose.
Non tanto per i grandi contratti, che quelli dei chimici, dei metalmeccanici, degli alimentaristi e così via si continuerebbe a rinnovarli alle loro scadenze. Il problema sarebbe per gli altri, quelli di solito in sofferenza, che si stenta sempre a rinnovarli, tanto che le trattative si perpetuano per anni e anni. In queste categorie sarebbe forte la tentazione di non farne più niente. Le imprese potrebbero essere portate ad applicare il salario minimo e finirla lì.
Per questo Confindustria sta cercando un accordo che dia alcune certezze. La prima potrebbe essere quella di stabilire che il salario minimo si fissa tenendo conto del Tem e non del Tec. Secondo l’accordo interconfederale dello scorso anno, il Tem è il trattamento economico indicato dai minimi contrattuali, mentre il Tec sarebbe il trattamento complessivo, quello che risulta dall’applicazione del contratto, tenendo conto quindi anche delle ferie, degli scatti, soprattutto del welfare contrattuale e degli aumenti stabiliti con accordi di prossimità. Se il riferimento fosse quello e i contratti fossero fatti tenendo conto delle indicazioni dei principi dell’articolo 36 della Costituzione in merito al salario giusto, ci sarebbero meno difficoltà.
Ancora, la Confindustria vorrebbe che si facesse chiarezza sull’applicazione dei contratti, stabilendo quale contratto debba applicarsi in ogni azienda. Gli industriali, come già dissero prima dell’accordo dell’anno passato, vogliono che si applichi un principio oggettivo e non soggettivo. Cioè, vorrebbero che la scelta del contratto da applicare sia dettata non dalla appartenenza dell’azienda a una determinata organizzazione, ma, secondo un criterio appunto oggettivo e non soggettivo, dall’attività effettivamente esercitata. In questo modo, affermano gli industriali, ci sarebbe chiarezza e si diraderebbe la giungla contrattuale che sta creando tanti problemi per il dumping che viene esercitato con i contratti pirata, sempre più numerosi nonostante gli appelli e le raccomandazioni.
Allo stesso modo Confindustria vorrebbe che si definissero i criteri secondo i quali stabilire la rappresentatività delle organizzazioni datoriali. L’idea è che ciascuna categoria decida quali criteri applicare, sperando che ciò avvenga e che poi questi principi si applichino sul serio, il che non è assolutamente certo.
Massimo Mascini
Per i nostri lettori pubblichiamo qui di seguito una scelta delle notizie e degli interventi più significativi apparsi nel corso della settimana su ildiariodellavoro.it (Vai al sito per leggere il giornale completo, aggiornato quotidianamente dalla nostra redazione).
Contrattazione
Questa settimana è stato siglato il protocollo d’intesa tra i sindacati del trasporto e Enav per il piano industriale. Nel documento è previsto il graduale passaggio di attività dalle sedi di Lamezia Terme e Rochi dei Legionari a quelli di Roma e Padova. Tuttavia non sono previsti tagli e la mobilità sarà solo su base volontaria. Il sindacato, inoltre, auspica una ripresa dei negoziati per il rinnovo del contratto nazionale. È stata inoltre sottoscritta l’ipotesi di accordo del contratto dei lavoratori delle sale di gioco. L’intesa, firmata dalla Federazione italiani pubblici esercizi con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, prevede un nuovo sistema di classificazione del personale. Infine sono state approvate le piattaforme per il rinnovo del contratto dell’industria alimentare. I sindacati di categoria chiedono un aumento salariale di 205 euro nel quadriennio e misure innovative in materia di welfare, relazioni industriali e organizzazione del lavoro e una maggiore partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali.
La nota
Nunzia Penelope fa il punto sulla relazione che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, terrà all’Assemblea annuale di mercoledì 22 maggio, l’ultima del suo mandato. Un discorso che cadrà in un momento politico tra i più difficili di sempre: a pochissimi giorni dalle europee, con l’economia a pezzi e l’Italia in bilico tra una crisi di governo e l’instabilità sui mercati.
Interviste
Tommaso Nutarelli ha intervistato il segretario generale aggiunto della Uil Pierpaolo Bombardieri per parlare delle due proposte a firma Pd e 5 Stelle sul salario minimo, e degli effetti che una misura siffatta potrebbe avere sul sistema delle relazioni industriali. Bombardieri spiega come i contratti nazionali offrano maggiori tutele ai lavoratori e ritiene che un ritorno ad una ipotetica scala mobile rappresenti un passo indietro per il paese.
Interviste video
Il direttore de Il diario del lavoro Massimo Mascini, nell’ambito della Scuola di Relazioni Industriali, ha intervistato Giorgio Benvenuto, ex segretario generale della Uil, sul periodo dell’autunno caldo, di cui ricorre il cinquantesimo anniversario, e sulle prospettive attuali delle relazioni industriali.
Servizio a cura di Emanuele Ghiani
Analisi
Maurizio Ricci riassume con la consueta precisione la grave situazione italiana: i veti incrociati tra i due partiti della maggioranza giallo verde bloccano qualunque iniziativa per rimediare alla crisi economica. Nessuno sa come uscirne, e il rischio è si finisca per uscire dall’Ue. Non come la Gran Bretagna, ma come la Turchia: dove i tassi di interesse volano ormai oltre il 24%
Alessandra Servidori approfondisce funzioni e ruolo del Mediatore Europeo, figura che esiste da tempo ma poco nota, cui spetta il compito di condurre indagini su casi di cattiva amministrazione da parte di istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’Unione europea, e che sarà nominata in concomitanza con il nuovo parlamento Ue.
Il guardiano del faro
Marco Cianca riflette sulla libertà come bene irrinunciabile per la democrazia, da non barattare con nessuna promessa securitaria o di maggior controllo. Perché la libertà, spiega Cianca, permette anche agli eurodeputati della Lituania di portare, come programma elettorale, la stravagante costituzione di Uzupis alle prossime elezioni. Tra i diritti citati c’è anche quello di non avere diritti. Ecco perché, afferma Cianca, la libertà è il bene più prezioso, perché consente di inventarsi anche strane costituzioni.
I blog del Diario
Giuliano Cazzola parla dell’attuale situazione politica e sociale del paese, dopo le provocatorie parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla necessità di superare il vincolo del 3%, che hanno portato il caos sui mercati finanziari. Per Cazzola le parole e l’atteggiamento tenuto dal leader della Lega in questi mesi hanno provocato danni su danni, non solo all’economia, ma anche al “vivere civile” del paese.
Gaetano Sateriale riprende la proposta, lanciata dal segretario della Cgil Maurizio Landini il primo maggio scorso, di arrivare alla creazione di un sindacato unitario. Per Sateriale si tratta di un passo necessario ma, afferma, questo processo deve riconoscersi in un progetto e in un percorso di dimensione nazionale che stabilisca finalità e tappe dell’unità.
Alessandra Servidori interviene sugli effetti del reddito di cittadinanza che al momento si sta rivelando un bluff, con l’assegno decurtato e le offerte di lavoro che, forse, arriveranno a dicembre. Intanto, sono già oltre centomila gli aventi diritto al reddito che stanno rinunciando al reddito.
Diario della crisi
Questa settimana i sindacati dei trasporti hanno indetto una manifestazione davanti al ministero sulla difficile situazione nella quale versa il trasporto pubblico locale. Per i sindacati continua a destare molta preoccupazione il paventato taglio di 300 milioni di euro al Fondo nazionale e quello dei 50 milioni destinati alla copertura degli oneri di malattia. Per il 31 maggio i sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat- Cisl e Uiltrasporti hanno annunciato lo sciopero dei lavoratori delle imprese di pulizie, servizi integrati e multiservizi per lo stallo nel rinnovo del contratto nazionale, scaduto nel 2013.
Documentazione
È possibile consultare i materiali dell’assemblea dei 100 anni di Confcooperative, l’analisi del Centro Studi di Confindustria “Dove va l’industria italiana”, la ricerca della Uil Roma e Lazio e dell’Eures “Un approccio sistemico alla questione migratoria a Roma e nel Lazio” e il testo dell’ipotesi di accordo del contratto dei lavoratori delle sale di gioco.



























