Il potere d’acquisto delle famiglie, ossia il loro reddito disponibile in termini reali, aumenta nel 2018 dello 0,9%, confermando la tendenza al recupero in atto dal 2014. A partire dalla crisi del 2012, quando era diminuito del 5,3%, il potere d’acquisto cresce del 3,8% nell’arco dell’intero periodo, non riuscendo tuttavia a recuperare i livelli pre-crisi.
Questa risalita del potere d’acquisto ha permesso una lenta ripresa dei consumi ma non un recupero della quota di risparmio che caratterizzava il loro comportamento prima della crisi iniziata nel 2008. E’ quanto scrive l’Istat nel rapporto sui conti nazionali.
Il potere d’acquisto, spiega l’Istituto, è in recupero, “nonostante la frenata negli ultimi due trimestri dell’anno”.
“Dopo quattro anni di calo, nel 2018 la propensione al risparmio delle famiglie sale all’8,1%. Per l’Istituto di staitsica la “risalita è sintesi del rallentamento della spesa per consumi finali e di una lieve accelerazione del reddito disponibile”.
Nel periodo compreso fra le crisi del 2009 e del 2012, la propensione al risparmio delle famiglie era crollata dall’11,2 al 7,1%, accelerando una discesa già presente a partire dal 2005. Se dal 2005 al 2009 la sua riduzione era stata sospinta da un aumento della spesa per consumi finali (+1,9% in media sul periodo) più intensa rispetto all’incremento del reddito disponibile (+1,5% in media), nel periodo 2009-2012 si è assistito nel complesso a una crescita moderata dei consumi (+1,4% in media sul periodo) a fronte di una sostanziale stabilità del reddito disponibile (-0,1% in media).
La lenta uscita dalla crisi, prosegue l’Istituto, è stata caratterizzata da un andamento incerto della propensione al risparmio, che ha mostrato una tendenza al rialzo nel 2013 e nel 2014, a fronte di una lieve dinamica positiva del reddito disponibile, per poi discendere fino al 2017 a seguito della risalita della spesa per consumi.
TN