La scorsa settimana si è tenuto l’incontro tra Tim, i sindacati di categoria di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom e il coordinamento nazionale RSU in cui l’azienda ha illustrato le linee generali che caratterizzano il piano strategico di Tim e indicato i “driver” sui quali poggiare il piano di rilancio dell’azienda.
L’azienda ha poi illustrato il piano di gestione degli organici conseguente all’implementazione del piano strategico, che prevede uscite volontarie concentrate nel solo 2018 per un totale stimato per circa 4.000 unità, cui si aggiungono esodi incentivati nel triennio 2018-2020 per circa 2.500 unità.
Sempre nell’ottica di accompagnamento al piano di trasformazione digitale dei processi, l’azienda ha individuato un piano di formazione/riqualificazione professionale anche in relazione a processi di reinternalizzazione di attività che interesseranno tutti i dipendenti
Inoltre, Tim ha dichiarato la disponibilità ad un piano di assunzioni per circa 2.000 unità sostenuto dall’utilizzo della cosiddetta “solidarietà espansiva” che presuppone, nel caso specifico, una riduzione strutturale dell’orario di lavoro e della retribuzione di 20 minuti giornalieri per tutti i lavoratori.
A fronte di quanto esposto dall’azienda, i sindacati hanno dichiarato la propria disponibilità al confronto, “fermo restando la necessità di approfondimenti e risposte adeguate su tutte le tematiche, ivi incluso la strategicità della tenuta del perimetro aziendale a partire dalla rete e livelli idonei degli investimenti atti sostenere credibilmente il piano strategico 2018-2020.”
“Gli strumenti di esodo volontario, fermo restando i necessari approfondimenti, appaiono in prima analisi insufficienti a garantire uun’adeguata tutela del personale coinvolto – affermano i sindcatai in una nota -. In tale contesto di confronto, è imprescindibile riaffermare e condividere risposte positive che, coerentemente con le attuali politiche contrattuali, concretizzino il secondo livello di contrattazione per i dipendenti di Tim.”
“Slc, Fistel e Uilcom, nell’evidenziare che molto dipenderà dalla qualità delle effettive disponibilità che l’azienda manifesterà al tavolo, pur confermando il loro impegno ad un confronto serrato, hanno altresì precisato che la grande complessità delle tematiche esposte ed i passaggi democratici necessari non possono essere bypassati da una scadenza imposta unilateralmente dall’azienda, pena il rischio di insuccesso del negoziato con le relative conseguenze.”