Fra giugno 2021, quando si sono avvertite le prime tensioni dovute al caro vita, e settembre 2022 la spesa media delle famiglie è aumentata di circa il 3,7 per cento ma senza le misure di sostegno varate dal governo l’aumento sarebbe stato del 6,9 per cento, di cui 4,8 punti imputabili al comparto energetico.
E’ quanto emerge da una ricerca flash dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio sull’impatto dell`inflazione sulle famiglie e sugli effetti redistributivi delle misure varate dal Governo contro il caro-prezzi.
Gli interventi di sostegno quindi, rileva l’UPB, hanno contenuto di circa il 46 per cento (3,2 punti) l’aumento della spesa collegato all’inflazione.
Per le famiglie con il livello di spesa più basso l’inflazione avrebbe comportato, in assenza di politiche di sostegno, un incremento della spesa pari a circa il 10,9 per cento, 4 punti in più della media nazionale e più del doppio dell’impatto sulle famiglie più ricche.
“Ciò è dovuto – spiega la ricerca – al fatto che i maggiori aumenti hanno riguardato beni di prima necessità (elettricità, gas e alimentari), che incidono molto sulla spesa dei soggetti più poveri”.
tn