La Cgil promuove per domani una giornata di mobilitazione nazionale con scioperi delle categorie e manifestazioni nei territori in risposta a quanto sta accadendo a Gaza. Ma Cisl e Uil fanno altre scelte: raccoglieranno fondi a sostegno della popolazione palestinese. “Riteniamo indispensabile una reazione forte, radicata e diffusa del mondo del lavoro, a sostegno della pace, dei diritti umani e della protezione della popolazione civile”, sottolinea la Cgil.
Le categorie si fermeranno dalle 4 alle 8 ore a fine turno in tutti i settori non ricompresi dalla legge 146/90. In quelli ricompresi sono invece state convocate assemblee con i lavoratori. Nel pomeriggio saranno in programma presidi con la partecipazione di associazioni. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, parteciperà al corteo di Catania, che partirà alle 15.30 da piazza Università per concludersi in piazza Castello Ursino. A Roma l’appuntamento è in piazza Montecitorio alle 15.30.
“Governi e istituzioni internazionali si adoperino immediatamente per fermare ciò che sta accadendo e convochino una conferenza di Pace sotto egida Onu – afferma la Cgil – ribadiamo la necessità di fermare ogni intervento militare nella Striscia di Gaza, garantire corridoi umanitari. Chiediamo inoltre di tutelare le missioni umanitarie in corso, compresa la Global Sumud Flotilla, sospendere ogni accordo di cooperazione commerciale e militare con Israele, rimuovere l’embargo umanitario e riconoscere lo Stato di Palestina”.
Ieri, la leader della Cisl, Daniela Fumarola, ha detto che “abbiamo scelto di costruire e non di incendiare. Pensiamo che in questo contesto così complesso sia l’approccio più corretto. Abbiamo deciso di essere concreti avviando una raccolta fondi perché pensiamo che né i lavoratori né le imprese debbano essere penalizzati”. Il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha aggiunto che “non diamo mai giudizi sulle decisioni delle altre organizzazioni sindacali. Noi abbiamo fatto la scelta di una raccolta di fondi che indirizzeremo a chi oggi gestisce la chiesa di Gaza. Ripeto sempre che siamo tre organizzazioni diverse. Ci sono scelte, modi e sensibilità diverse. Pensiamo che sia opportuno in questo momento fare altro per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica”. Sull’iniziativa della Cgil si è espresso anche il presidente di Confindustria: “E’ ovvio che c’è la libertà di scioperare, figuriamoci. La produzione industriale è in un momento in cui ha necessità di crescere e non di calare. Quindi, è ovvio che per noi ogni giorno di lavoro perso è sempre un problema. Però, detto questo, non entriamo nel merito dello sciopero perché è un diritto del dei lavoratori”.